Le azioni di Stati Uniti e Corea del Nord, a cui si aggiunge anche il Giappone, nei pressi della penisola coreana continuano ad alimentare i rancori del leader nordcoreano Kim Jong-Un, che sceglie in risposta uno dei suoi maggiori cavalli di battaglia: la minaccia della guerra nucleare. Da Pyongyang il messaggio arriva forte e chiaro:
Questo quanto affermato dal numero uno della Corea del Nord durante una visita alla marina, come riportato dall'agenzia Tass, a sua volta riferitasi alle dichiarazioni trasmesse dalla nordcoreana Kcna.
Il leader coreano ha ricordato come «qualche tempo fa» - probabilmente riferendosi all'ultimo incontro trilaterale tra Corea del Nord, Stati Uniti e Giappone per calmierare la situazione nella penisola coreana - i capi dei tre Stati, quelli che Kim ha definito «capibanda», si sono accordati per varie esercitazioni militari. Ora tali prove belliche congiunte hanno avuto inizio, con evidente disappunto di Pyongyang.
Accusa Kim, puntando il dito contro i nemici presenti nella penisola coreana e al contempo giustificando la sua politica aggressiva. Il leader nordcoreano si è infine rivolto alla sua marina, affermando la necessità di rimanere sempre pronti ad azioni di guerra improvvise da parte delle altre forze in gioco:
Washington, Seul e Tokyo: questi i tre attori che tanto preoccupano Kim. Le esercitazioni congiunte delle tre potenze mirano ad essere pronti a tracciare obiettivi e a condividere tempestivamente informazioni nel caso in cui Pyongyang superasse il limite della provocazione e la famosa goccia facesse traboccare il vaso.
La risposta del leader nordcoreano non poteva che essere quella del solito arroccamento difensivo e aggressivo, questa volta con un passo ulteriore: Kim doterà la marina militare di testate atomiche, facendola ufficialmente entrare nella deterrenza nucleare statale.
L'intelligence di Seul è preoccupata: si ritiene che il Nord stia aumentando l'impegno per schierare missili balistici e droni sottomarini dotati di testate nucleari.