A circa quattro mesi di distanza dall'alluvione in Emilia-Romagna, il settore agricolo resta in grave difficoltà e gli aiuti dello Stato tardano ad arrivare. A denunciarlo è Fabrizio Galavotti, presidente della cooperativa Cab Terra, noto ai più come "eroe di Ravenna".
Lo avevano chiamato così, i media, per aver salvato il centro storico della città a discapito dei propri terreni. La sua decisione, insieme a quella di altri agricoltori, aveva dato il via libera al taglio di un argine, impedendo che Ravenna venisse sommersa.
Oggi, però, quel gesto virtuoso lo ha mandato in rovina, e le istituzioni non hanno ancora fatto la loro parte. Tanto che il signor Fabrizio dice di sentirsi "un po' tradito".
Nella sua intervista al Corriere della Sera, l'agricoltore spiega con amarezza che non avrebbe "mai pensato che, dopo averci chiesto di dare una mano quando era necessario, poi non ci avrebbero dato neppure un euro".
Mesi dopo l'alluvione, insomma, la situazione è quasi più tragica del punto di partenza. Galavotti spiega che i terreni alluvionati rimangono "invasi dal limo".
Il gran caldo delle ultime settimane non ha certo aiutato. In alcuni casi, sottolinea l'agricoltore, il fango si è solidificato trasformando i terreni "in mattonelle compatte e dure come il cemento".
I danni per la Cab Terra "ammontano a 1,8 milioni di euro, mentre per tutte le cooperative associate superano i 20 milioni".
In occasione della sua visita a Ravenna, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva ringraziato personalmente Galavotti. Che ora si appella proprio al capo dello Stato per risolvere questa situazione, "l'unico rimasto" a meritare la sua fiducia.
A proposito della ricostruzione è intervenuto ieri il commissario Francesco Paolo Figliuolo, che ha preannunciato l'arrivo di tre ordinanze e rimborsi fino al 100% per i soggetti coinvolti.