04 Sep, 2023 - 09:37

Mongolia, il Papa di rientro dal suo 43esimo viaggio apostolico

Mongolia, il Papa di rientro dal suo 43esimo viaggio apostolico

Giunge oggi al termine il 43esimo viaggio apostolico di Papa Francesco, primo papa a essersi recato in Mongolia, un Paese dove la comunità cattolica è circoscritta, ma rilevante. All'aeroporto internazionale Chinggis Khaan di Ulaanbaatar ha avuto luogo la cerimonia di congedo dalle autorità della Mongolia e il pontefice anche il Prefetto Apostolico di Ulaanbaatar, il Cardinale Giorgio Marengo. Il Ministro degli Esteri ha accolto il Pontefice nella Vip Lounge per un breve colloquio. Subito prima di imbarcarsi e salendo per ultimo a bordo per concludere i saluti, il Papa si è rivolto al seguito locale e alla delegazione mongola.

Papa, la visita alla Casa della Misericordia durante il viaggio apostolico in Mongolia

Durante l'ultimo giorno del viaggio apostolico, il Papa ha visitato e inaugurato, come è solito fare, una struttura di solidarietà, la "Casa della Misericordia" situata nella capitale Ulaanbaatar. La Casa della Misericordia si occupa dell'accoglienza dei poveri e dei più bisognosi, disponendo anche di una piccola clinica. Il Pontefice ha lodato il nome dato alla struttura, il quale è anche la "definizione della Chiesa. Alla base di tale realtà, dev'esserci un'opera di volontariato, qualcosa che in un Paese pieno di giovani "può essere una via di crescita personale e sociale decisiva

Il Pontefice ha colto l'occasione per sottolineare quanto siano fondamentali strutture di aiuto come quella da lui inaugurata e come queste siano la vera cartina tornasole del progresso dei Paesi:

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Anche nelle società altamente tecnologizzate e con un alto standard di vita, il sistema della previdenza sociale da solo non basta a erogare tutti i servizi ai cittadini, se in aggiunta non ci sono schiere di volontari e volontarie che impegnano tempo, capacità e risorse per amore dell'altro. Il vero progresso delle nazioni, infatti, non si misura sulla ricchezza economica e tanto meno su quanto investono nell’illusoria potenza degli armamenti, ma sulla capacità di provvedere alla salute, all’educazione e alla crescita integrale della gente.

Appare dunque lodevole il lavoro dei missionari arrivati negli anni Novanta e che nel tempo hanno sviluppato numerosi progetti, andando a realizzare così una struttura che è un vero e proprio modello e "punto di riferimento per una molteplicità di interventi caritativi, mani tese verso i fratelli e le sorelle che faticano a navigare tra i problemi della vita.

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Beatrice Balbinot
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