Si è concluso nel primo pomeriggio l'atteso incontro tra Vladimir Putin e il suo omologo turco Recep Tayyip Erdogan, con al centro i termini dell'accordo sul grano del Mar Nero. I due leader si sono visti oggi, lunedì 4 settembre, a Sochi, in Russia.
Il faccia a faccia è durato circa un'ora e mezza, secondo quanto confermato dal corrispondente dell'agenzia Ria Novosti. Sul tavolo, oltre all'importante accordo sull'esportazione del grano tra Ucraina e Russia, altre questioni calde. A cominciare dalla costruzione di una centrale nucleare in Turchia, fino alla creazione di un hub del gas in Tracia, progettato dalla multinazionale russa Gazprom.
Alla prima parte dei colloqui, secondo quanto riportato dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, hanno partecipato anche i rispettivi ministri degli Esteri e della Difesa. All'inizio della riunione lo zar russo, citato da Ria Novosti, aveva sostenuto l'apertura da parte di Mosca ai negoziati per l'accordo sul grano.
Terminato l'appuntamento, Recep Tayyip Erdogan, ha riferito che la Turchia ha preparato "un nuovo pacchetto di proposte in consultazione con le Nazioni Unite". La sensazione è quella che, dunque, il precedente accordo possa essere sostituito o quantomeno riformulato.
Per la ripresa dei negoziati, tuttavia, Erdogan pone una conditio sine qua non.
Dal canto suo, Putin ha posto l'accento sul fatto che lui e i suoi siano stati "costretti a prendere la decisione" di uscire dall'accordo. Tutta colpa, a detta sua, dei Paesi occidentali, che "continuano a bloccare l'accesso degli agricoltori russi ai mercati internazionali". Lo stop all'accordo "non ha avuto un impatto sul mercato internazionale", ha aggiunto, con i prezzi che "continuano a ridursi".
Il presidente russo è rimasto fermo sulla sua posizione: l'accordo non sarà ripristinato finché l’Occidente non accetterà di facilitare le esportazioni agricole russe. Per fare ciò bisognerà rimuovere le sanzioni che bloccano l'invio di cibo e fertilizzanti russi all'estero.
Nel momento in cui tali impegni dovessero essere onorati, la Russia potrebbe ritornare all’accordo "entro i prossimi giorni". Putin ha poi promesso l'invio, da parte di Mosca, di oltre un milione di tonnellate di grano a buon mercato in Turchia. La materia prima sarà oggetto di lavorazione e consegna ai Paesi poveri.
Una riunione, quella tra i due presidenti, pianificata da tempo e che si è rivelata "molto costruttiva", anche grazie ad uno "scambio completo di informazioni" e una "analisi esaustiva delle relazioni bilaterali". Questa l'opinione di Peskov, citato da Ria Novosti.