È un vero e proprio dramma, quello vissuto da due fratellini di 4 e 6 anni, trovati denutriti e sporchi e salvati dal personale del Policlino Umberto I di Roma. Venivano maltrattati dai genitori e costretti a mangiare terra per sfamarsi. Quando la Polizia li ha trovati sul ciglio della strada, lo scorso maggio, le loro prime parole sono state:
Ora per fortuna stanno bene.
A raccontare la loro storia è stata la pagina Facebook del nosocomio romano.
Condizioni di salute gravissime, che ne avevano richiesto l'immediato ricovero. Oggi, a quattro mesi dal loro arrivo in ospedale, i bimbi, grazie al lavoro e agli sforzi del personale ospedaliero - coordinato dalla dottoressa Laura De Vito - stanno bene. E il più piccolo, che a maggio non era neanche in grado di camminare nonostante l'età, avrebbe addirittura imparato ad andare sul monopattino e a ballare.
Le indagini seguite all'arrivo dei bimbi in ospedale avevano portato i servizi sociali a chiedere che ai genitori fosse revocata la loro patria potestà. Sono accusati di aver maltrattato e percosso i due bambini per anni prima di abbandonarli in strada. Dal 6 luglio scorso, giorno in cui hanno lasciato l'ospedale, Pietro e Paolo si trovano in una casa famiglia insieme ad altri bambini.
L'ospedale che li ha salvati fa sapere che sono adottabili e si augura che - al contrario di ciò che hanno passato finora - il loro futuro sia "ricco di amore, gioia e soddisfazioni". Se lo augurano anche i tanti utenti che, commossi, hanno letto la loro storia. E che ora a centinaia ringraziano i medici e gli infermieri per l'affetto incondizionato che hanno mostrato loro.
Sono vicende tragiche, che sconvolgono. Come quella delle due sorelline maltrattate e violentate sessualmente per anni in famiglia a Palermo. Dei fatti sono stati accusati in quattro: il padre, il nonno, lo zio e la madre (che era a conoscenza di tutto). Le indagini erano partite dopo che una delle due vittime, oggi 13enne, aveva confessato agli insegnanti:
Quando è stata abusata per la prima volta aveva appena 6 anni.
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