42 anni, originaria di Laureana di Borrello, in provincia di Reggio Calabria: chi era Maria Chindamo, l'imprenditrice uccisa e data in pasto ai maiali dalla 'ndrangheta. Il 6 maggio del 2016 scomparve nel nulla dopo la morte del marito: oggi, al termine di un'operazione antimafia denominata "Maestrale-Carthago" il suo presunto killer è finito in manette.
Aveva gli occhi marroni e i capelli castani, di professione faceva la commercialista. Quando è scomparsa, nel maggio 2016, l'uomo che aveva sposato e da cui aveva avuto tre figli, Ferdinando Punturiero, era da poco morto suicida: non accettava che la donna volesse lasciarlo. Lei, a quel punto, ne aveva preso il posto, dedicandosi alla gestione di alcuni terre di sua proprietà e diventando un'imprenditrice agricola.
Dal piccolo paese di Laureana di Borrello, in provincia di Reggio, si era quindi trasferita a Vibo Valentia. Proprio lì, a Limbadi, fu avvistata per l'ultima volta. Era un venerdì. Come sempre era uscita di casa per andare a lavorare in campagna. Ma non era un giorno come gli altri. Fu il fratello ad accorgersene, quando, arrivando davanti al cancello della tenuta agricola di famiglia, trovò la sua auto parcheggiata. C'erano tracce di sangue e di capelli, ma di Maria neanche l'ombra.
Iniziò così un mistero durato ben sette anni e fatto di segreti e mezze verità. Mistero che oggi si è concluso con l'arresto di Salvatore Ascone, 57 anni: colui che, secondo alcuni collaboratori di giustizia, l'avrebbe uccisa e poi data in pasto ai maiali su ordine della 'ndrangheta in concorso con altre due persone, una morta e l'altra minorenne al momento dei fatti. In 84, in totale, sono finiti in manette nel corso di una maxi operazione antimafia denominata "Maestrale-Carthago".
Sono accusati, a vario titolo, di
Secondo gli inquirenti che hanno indagato sul caso, Maria potrebbe essere stata uccisa perché vista come un "peso" dalla cosca Mancuso, che avrebbe voluto accappararsi i terreni agricoli da lei gestiti. Oppure potrebbe essere stata punita per aver intrapreso una relazione con un altro uomo, lasciando il marito, poi suicidatosi.
Nel 2021 era stato Emanuele Mancuso, ex rampollo dell'omonima famiglia 'ndranghetista, a fornire dei dettagli sulla sua uccisione, dicendo che gli erano stati rivelati da Rocco Ascone, figlio di Salvatore.
aveva detto. Dalla sua testimonianza erano partite indagini più approfondite.
sono state le parole del fratello Vincenzo.
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