Si dichiara innocente il padre di Saman Abbas, la 18enne originaria del Pakistan scomparsa e poi trovata morta a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, nel 2021. Estradato da poco in Italia, l'uomo, 47 anni, è accusato di aver ucciso la giovane in concorso con altri suoi quattro parenti: lo zio, due cugini e la madre, ancora ricercata. Il movente? Sembra che si fosse rifiutata di sposare l'uomo che era stato scelto per lei dalla sua famiglia, un cugino: amava un altro. E con lui era fuggita, poco prima che fosse attirata in una trappola.
Arrivato a Roma poco dopo la mezzanotte del 31 agosto scorso dopo mesi trascorsi in carcere nel suo Paese d'origine in attesa dell'estradizione, Abbas sostiene di non sapere chi abbia ucciso sua figlia.
ha dichiarato l'avvocato Simone Servillo - che, insieme al collega Enrico Della Capanna, lo difende - davanti alla Corte d'Assise del tribunale di Reggio Emilia, dove proprio oggi si apre il processo per l'omicidio di Saman.
Una versione dei fatti che l'avvocata Barbara Iannuccelli, che assiste Saqib, costituitosi parte civile al processo, ha respinto con forza.
ha detto. E ha messo in evidenza il fatto che la famiglia del giovane avrebbe denunciato Shabbar almeno tre volte, per le minacce ricevute. Gli inquirenti sono convinti che abbia ostacolato in tutti i modi la relazione della figlia. Voleva che sposasse un altro uomo. Un uomo che la famiglia aveva già scelto per lei da tempo.
Saman sarebbe stata uccisa proprio per aver rifiutato il matrimonio combinato. Insieme al suo fidanzato in Italia, Saqib, era fuggita. Poi la madre l'aveva convinta a tornare a casa, promettendole che avrebbero accettato la sua relazione. Era una trappola: stando a quanto emerso nel corso delle indagini, i parenti che vivevano con lei a Novellara avevano già pianificato il delitto.
Quando era tornata, la buca in cui sarebbe stata ritrovata a qualche mese dalla denuncia di scomparsa - profondissima, secondo gli esperti - era già stata scavata. A condurci gli inquirenti era stato lo zio di Saman, Danish, il presunto esecutore materiale del delitto. Ma in una chat intercorsa tra Shabbar e il figlio nel giugno del 2021, l'uomo, dal Pakistan, scriveva:
Oltre a lui e a Danish sono indagati anche i due cugini di Saman e la madre, Nazia, latitante. Fin dall'inizio si rimbalzano a vicenda la responsabilità dell'accaduto. Shabbar addirittura aveva puntato il dito contro il ragazzo della figlia, sostenendo che fosse stato lui a rapirla e ad ucciderla.