Ribaltone nel Pd in Liguria, dove alcuni esponenti dem hanno lasciato il partito della segretaria Elly Schlein per entrare in Azione, sotto la guida di Carlo Calenda. Tra loro anche figure di spicco, come il consigliere regionale Pippo Rossetti e la consigliera del comune di Genova Cristina Lodi, la più votata alle ultime amministrative.
A motivare lo scossone sono gli stessi ex del Partito Democratico in una lettera rivolta al gruppo ligure. Nel mirino c'è la stessa Schlein, sotto la quale i dem hanno avuto "una netta svolta a sinistra". Con la nuova segretaria, spiegano, "viene sostanzialmente negato il processo del riformismo messo in campo negli ultimi dieci anni": per questo "non ci sentiamo più a casa nostra".
Seppur in un territorio abbastanza circoscritto, per il Pd quest'ultimo terremoto non rappresenta un caso isolato. Negli ultimi mesi, infatti, hanno pesato alcuni addii a livello nazionale.
Su tutti quello dell'ex ministro Giuseppe Fioroni e dell'ex-capogruppo al Senato Andrea Marcucci, senza contare il fulmine a ciel sereno legato al passaggio di Enrico Borghi tra le fila di Italia Viva.
Nel commentare la notizia a caldo, Lorenzo Guerini, punto di riferimento dell'area riformista Pd, parla di un "disagio" da "non ignorare".
Dal canto suo, Calenda non può che gongolare per i nuovi innesti e per la loro valenza politica.
Nell'illustrare le ragioni della decisione dei trenta dissidenti, il segretario di Azione parla di una scelta "legittima e consapevole", del Pd di spostarsi su posizioni marcatamente massimaliste".
Il capogruppo alla Camera Matteo Richetti sottolinea la "ritrovata capacità di aggregazione e iniziativa politica" da parte di Azione.