Scintille a - corta - distanza tra Volodymyr Zelensky e Serghei Lavrov, entrambi impegnati nella sessione speciale del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, nell'ambito dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Il leader di Kiev e il ministro degli Esteri di Mosca siedono uno di fronte all'altro al tavolo a ferro di cavallo allestito al Palazzo di Vetro di Manhattan, quartier generale delle Nazioni Unite. La loro presenza è confermata, ed entrambi hanno preso la parola per un intervento. C'era attesa per capire se Zelensky sarebbe rimasto nella stanza durante il discorso di Lavrov, e viceversa.
Prima dei due rappresentanti di Ucraina e Russia, alla riunione di alto livello hanno parlato altri esponenti dell'Organizzazione. A cominciare dal segretario generale dell'Onu Antonio Guterres, proseguendo con il segretario di Stato Usa Antony Blinken, che ha dissertato in rappresentanza di Joe Biden, e con la ministra degli Esteri francese, Catherine Colonna.
Presenti alla riunione, tra gli altri, anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz e la premier italiana Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d'Italia non ha però parlato al Cds, ma si è fatta sostituire dal ministro degli Esteri Antonio Tajani per via di alcuni impegni istituzionali.
Ad appesantire ulteriormente una situazione non proprio distesa ci ha pensato la Russia, che avrebbe rallentato l'inizio del summit sull'Ucraina all'Onu.
Alla base delle ire di Mosca ci sarebbe la decisione di Edi Rama, primo ministro albanese di turno del Consiglio di Sicurezza, di far parlare per primo Zelensky. Da protocollo, sottolinea il Cremlino, dovrebbero essere i quindici membri che compongono il Consiglio ad aprire i colloqui.
La presidenza albanese ha replicato citando le procedure del Cds, che stabiliscono che, in presenza di una "materia appropriata", anche un Paese non membro dell'organo delle Nazioni Unite può parlare per primo.
Com'era prevedibile, Volodymyr Zelensky ha iniziato il suo discorso al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite scagliandosi contro la Russia. "Per qualche motivo" Mosca è ancora presente al Cds e detiene il proprio seggio "illegalmente".
Il presidente ucraino ha poi posto l'accento sul "potere di veto in mano all'aggressore", ossia ciò che ha spinto l'Onu "in questa situazione di stallo". Zelensky ha sottolineato che "in caso di atrocità di massa il potere di veto dovrebbe essere sospeso e l'Assemblea Generale Onu dovrebbe avere il potere di superare il veto".
Non ha usato mezzi termini il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, nel suo intervento al Consiglio di Sicurezza dell'Onu dove ha attaccato le scelte dell'Occidente. Stando alle sue parole, gli Stati Uniti e tutti gli alleati avrebbero lavorato contro Mosca:
Poi, un attacco diretto al presidente Zelensky che ha accusato di essere un "pupazzo nelle mani degli USA" e soprattutto di non volere raggiungere un accordo di pace:
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