Due giorni fa la Costituzione italiana ha compiuto 75 anni ed è stata fata un'importante apertura dalla Camera dei Deputati: infatti c'è stato il via libera al riconoscimento del valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme nell’articolo 33.
Un cambiamento importante, essendo che si tratta di un'integrazione e non dello Sport interpretato come diritto costituzionale.
Su questo cambiamento è intervenuto il presidente del CONI Malagò, che ha parlato ai microfoni di Radio 2.
Malagò: "Saremo complici di tutta una serie di idee e progetti che devono far parte delle politiche governative"
Quella di ieri è stata una giornata storica celebrata da tutti non solo dal nostro mondo. E’ un merito dello sport che ha saputo superare ogni tipo di barriera tramite un iter abbastanza complesso. E ora cosa bisogna fare? Ora, bisogna attuare, una cosa è la legge un’altra i decreti attuativi. Spingeremo e saremo complici di tutta una serie di idee e progetti che devono far parte delle politiche governative per sostenere questo diritto
Poi Malagò ha parlato della storicità dell'integrazione.
Forse è curioso che i padri costituenti che hanno scritto questo meraviglioso testo non si ricordarono dello sport, forse perchè il paese veniva da ben altri problemi. Il Coni dell’epoca era stato commissariato con Giulio Onesti mandato lì per chiuderlo e liquidarlo perchè c’era una identificazione fortissima del comitato olimpico con il ventennio fascista. Con tutto il rispetto sulla filosofia dello sport, non entro nel merito mentre sulla questione del Coni Onesti fu un gigante, perchè scoprì che quella era una cantonata assurda. Il Coni era un ente sovranazionale. Onesti aspettò qualche anno, non lo chiuse e poi ne diventò presidente
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