Il governo Meloni intravede la quinta rata del Pnrr. Dopo il via libera definitivo alla terza rata, dato per imminente, e l'invio della richiesta della quarta andato a buon fine, l'esecutivo è al lavoro sul quinto atto del Piano.
La prima delle due cabine di regia per mettere a punto la strada da seguire è in programma oggi, lunedì 25 settembre. Ci saranno, oltre alla presidente del Consiglio, ministri e rappresentanti di Regioni, Province e Comuni. Nel secondo incontro di domani, invece, saranno presenti anche le parti sociali.
Sotto la lente d'ingrandimento della squadra di governo ci sarà il punto della situazione sugli obiettivi da centrare entro dicembre. Ma la riunione, prevista per le 18 subito dopo il Consiglio dei ministri, si aprirà con un aggiornamento sulla procedura di pagamento della terza rata.
18,5 miliardi di euro: questo il valore dell'assegno in arrivo da Bruxelles dopo il via libera formale del Consiglio Ue. I fondi dovrebbero arrivare nelle casse dello Stato in questi giorni, a cavallo tra la fine di settembre e i primi giorni di ottobre.
Nel frattempo, il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto ha annunciato di essersi portato avanti presentando anche la richiesta della quarta rata. I 16,5 miliardi di quest'ultima rata arriveranno non prima della fine dell'anno. Si attende l'ok della Commissione Ue, chiamata a verificare ogni singola voce: con la terza rata ci sono voluti più di sei mesi.
La quarta rata, come confermato dallo stesso Fitto, contiene 21 milestone e sette target. Tra i parametri sono incluse diverse riforme nei settori dell'inclusione sociale e degli appalti pubblici, misure di follow-up necessarie all'attuazione delle riforme già adottate in materia di giustizia e di pubblico impiego. Tra gli ultimo obiettivi inseriti nel computo della quarta rata c'è quello dei 60mila nuovi alloggi per gli studenti universitari, inizialmente previsto nella terza ma poi spostato dal governo.
A proposito degli alloggi era stata convocata una cabina di regia ad hoc, alla presenza della ministra dell'Università Anna Maria Bernini. Il tema delle case degli studenti è stato al centro di una manifestazione di protesta da parte degli stessi universitari, tra Roma, Milano e altre grandi città.
In attesa che i fondi raggiungano le casse dello Stato, dunque, il governo lavora per mettere in sicurezza i progetti del secondo semestre 2023. Sarà importante, in tal senso, il confronto odierno con gli enti locali, i più critici sulla riscrittura del Pnrr varata ad agosto. Sindaci e presidenti di Regione temono di perdere i fondi di progetti già avviati.
Il cronoprogramma originario prevedeva 69 obiettivi da conseguire entro dicembre. La rimodulazione del piano ha portato alla modifica e rimodulazione di 144 misure su 349. Anche i target del semestre in corso saranno interessati dal provvedimento: alcuni cancellati, come quello sul biometano, altri definanziati, altri ancora posticipati.
In totale dovrebbero superare la ventina, ma maggiore chiarezza verrà fatta proprio durante le riunioni dei prossimi giorni, presiedute dal ministro Fitto.