La repubblica separatista del Nagorno-Karabakh va verso lo scioglimento a partire dal 1° gennaio 2024. La conferma arriva direttamente da Samvel Sergeyi Shahramanyan, presidente della regione a maggioranza armena ubicata nel territorio azero.
Il leader separatista ha messo la propria firma ad un decreto che porrà fine all'esistenza del Nagorno-Karabakh dal prossimo anno. Una decisione presa "sulla base della priorità di garantire la sicurezza e gli interessi del popolo".
La recente situazione politico-militare, infatti, ha compromesso i residenti della regione, costretti ad un vero e proprio esodo alla volta dell'Armenia. Una situazione ulteriormente esasperata dallo stesso Azerbaigian, che lo scorso 19 e 20 settembre ha schierato le forze armate effettuando una vera e propria "operazione antiterrorismo" per ripristinare la sovranità di Baku nella regione.
Dopo due giorni di guerra, le poco organizzate e deboli truppe dello Stato separatista hanno alzato bandiera bianca. In seguito al blitz, le forze di pace russe presenti in Nagorno-Karabakh hanno concordato un cessate il fuoco, dando il via alla diaspora dei cittadini locali verso l'Armenia.
Ieri, mercoledì 27 settembre, la polizia azera ha arrestato Ruben Vardanyan, ex leader del governo separatista del Nagorno-Karabakh. Il politico è un ricco uomo d'affari russo-armeno: gli agenti lo hanno beccato mentre cercava di attraversare il confine con l'Armenia, mescolandosi con gli armeni in fuga. Un tentativo finito male, dopo che Vardanyan è stato riconosciuto dalle guardie di frontiera di Baku.
Nel frattempo, le autorità armene aggiornano il bilancio dei rifugiati giunti a Erevan dal Nagorno-Karabakh. Si tratterebbe di oltre 65mila persone: più della metà della popolazione della regione separatista vittima dell'offensiva lampo azera della scorsa settimana.
L'unica strada che collega l'enclave all'Armenia è stata aperta da Baku la scorsa domenica 24 settembre, a quattro giorni di distanza dal cessate il fuoco che ha spinto migliaia di civili armeni a fuggire.
E così il tentativo dell'Azerbaijan di riprendersi il Karabakh, che andava avanti da decenni, è dunque andato a buon fine, per buona pace della regione separatista e della stessa Armenia. Il governo di Erevan sosteneva fortemente l'indipendenza del Nagorno-Karabakh, che per anni ha avuto un proprio esecutivo e proprie istituzioni.