L'Arcidiocesi di Baltimora, messa all'angolo per una serie di cause legali che la vedono coinvolta in casi di pedofilia, ha dichiarato bancarotta. L'obiettivo è una riorganizzazione della arcidiocesi, al fine di venire incontro alle denunce dei sopravvissuti degli abusi.
Un nuovo, grave caso di pedofilia sconvolge la Chiesa statunitense. Dopo quella di San Francisco, ora è l'Arcidiocesi di Baltimora a esser costretta a dichiarare bancarotta a causa delle numerose azioni legali intentate ai suoi danni da vittime di abusi e pedofilia.
La decisione arriva due giorni prima dell'entrata in vigore di una nuova legge dello Stato che regola proprio i casi di abusi commessi da preti pedofili. Il nuovo provvedimento, approvato in primavera e denominato 'Child Victims Act', elimina in modo permanente e retroattivo i limiti di tempo per le richieste di risarcimento civile per i casi di abuso sessuale su minori.
Per tutelarsi dal "gran numero di azioni legali" che sarebbero in procinto di colpire l'Arcidiocesi, l'arcivescovo William Lori ha, dunque, fatto appello al cosiddetto 'Chapter 11' - la più importante norma fallimentare dello 'United States Code' degli Stati Uniti - che regola il processo di bancarotta, consentendo una ristrutturazione a seguito della dichiarazione di fallimento. Una strada scelta, sostiene Lori, proprio per garantire all'Arcidiocesi di venire incontro alle richieste di risarcimento.
The Archdiocese of Baltimore filed for Chapter 11 bankruptcy reorganization Sept. 29, in response to a new law that goes into effect on Oct. 1.https://t.co/twjV5HWph4
— Archdiocese of Baltimore (@archbalt) September 29, 2023
Il 'Chapter 11' prevede, infatti, la possibilità di bloccare le azioni legali rivolte verso l'Arcidiocesi di Baltimora. Questo le darà il tempo necessario per rivedere la propria organizzazione, di cui si occuperà un giudice preposto, in modo da gestirne i fondi e dare, così, alle vittime una scadenza entro la quale far valere le proprie ragioni.
A questo proposito, Lori ha dichiarato:
Si tratta di un ennesimo capitolo di quella che Papa Francesco ha chiamato "una terribile piaga della Chiesa", che sembra non conoscere la parola fine.