Continuano i bombardamenti a Gaza con un nuovo raid della notte che ha provocato ulteriori 25 morti, tra cui molte donne e bambini. Un attacco che fa salire il bilancio delle vittime degli ultimi giorni ad almeno 54 morti, costringendo le operazioni di evacuazione che ora vedono più di 600.000 sfollati.
Un numero consistente che sottolinea la densità della Striscia di Gaza soprattutto se si considera che fonti locali riportano la presenza di ulteriori 100.000 persone, ancora in attesa di evacuare. Sono questi i dati riportati dal portavoce dell'esercito israeliano Jonathan Conricus che negli ultimi giorni sta conducendo le operazioni che vanno in questa direzione:
Mentre continua la pioggia di bombardamenti sul territorio di Gaza, nel corso della notte è andato in scena un incontro durato oltre sette ore tra Antony Blinken e Benjamin Netanyahu. Nel corso della discussione tenutasi a Gerusalemme, il segretario di stato americano ha confermato il supporto ad Israele, soprattutto in relazione agli ostaggi di Hamas, anticipando l'invio di aiuti umanitari alla popolazione di Gaza.
Allo stesso tempo, Blinken ha confermato che nella giornata di domani ci sarà la visita del presidente Joe Biden che avrà anche modo di incontrare Biden Abu Mazen, Al Sisi e il re di Giordania. La visita sarà anche l'occasione per ribadire che "Hamas non difende il diritto del popolo palestinese alla dignità e all'autodeterminazione, e discuterà dei bisogni umanitari di tutti i civili a Gaza".
Intanto non si placano gli attacchi di Israele come confermato dal portavoce dell'esercito Daniel Hagari:
Ad anticipare il presidente degli Stati Uniti ci ha pensato il generale di stato americano, Michael Erik Kurilla, capo del Comando centrale, che è arrivato nel corso di questa notte proprio a Israele. I motivi del suo approdo in terra israeliana sono da ricercarsi nel tentativo americano di mostrare sempre più solidarietà al popolo guidato da Netanyahu come precisato in una nota ufficiale:
Intanto, continuano gli attacchi ai leader di Hamas che, dal canto loro, proseguono la striscia di rapimenti e ostaggi ai danni del popolo palestinese, l'Ira conferma la possibilità di un ingresso in guerra. A chiarirlo è il NYT che si serve delle parole del ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir Abdollahian: