Questioni di sicurezza subordinate alla bollente situazione in Medio Oriente: queste le ragioni che hanno spinto Palazzo Chigi a rinforzare i controlli al confine con la Slovenia. Una decisione confermata in una nota dal governo italiano, che annuncia "la reintroduzione dei controlli delle frontiere interne terrestri con la Slovenia", in base all'articolo 28 del Codice delle frontiere Schengen.
Il provvedimento è già stato comunicato dal ministro dell'Interno Matteo Piantedosi al suo omologo sloveno Bostjan Poklukar. Una comunicazione pervenuta, tra gli altri, anche alla vicepresidente della Commissione europea Margaritis Schinas, al commissario Ue agli Affari interni Ylva Johansson e alla presidente dell'Europarlamento Roberta Metsola.
L'agenzia di stampa slovena Sta parla di "controlli temporanei", nella speranza che la situazione terrorismo torni tempestivamente alla normalità.
Alla base della misura, come spiegato da Piantedosi al collega sloveno Poklukar, c'è un obiettivo di "prevenzione del terrorismo e della criminalità organizzata". Così il ministro dell'Interno di Lubiana in una nota.
A dare motivazioni più approfondite è proprio la nota del governo, che sottolinea come sia "aumentato il livello di minaccia di azioni violente anche all'interno dell'Unione Europea". Una situazione confermata anche dalla stessa Ylva Johansson in conferenza stampa. Alla base di tutto, come ipotizzabile, c'è "l'intensificarsi dei focolai di crisi ai confini dell'Europa, in particolare dopo l'attacco condotto nei confronti di Israele".
Un quadro, spiega Palazzo Chigi, "ulteriormente aggravato dalla costante pressione migratoria cui l'Italia è soggetta".
Uno scenario che non può che aprire, dunque, alla "necessità di un ulteriore rafforzamento delle misure di prevenzione e controllo".