Centrocampista duttile, veloce e agile, Christian Manfredini è stato protagonista di una scalata pazzesca, nei primi anni 2000, di un Chievo straordinario. Una squadra capace di nascere da un piccolo quartiere, in provincia di Verona e di imporsi piano piano nel calcio dei grandi. Due stagioni che gli sono valse la chiamata da parte della Lazio, maglia che ha vestito a più riprese dal 2002 al 2011. A Roma ha scritto la pagina più importante della sua carriera e a questo ambiente è rimasto indissolubilmente legato. Per commentare la sconfitta arrivata ieri con il Feyenoord e il prossimo impegno della Lazio, contro la Fiorentina, Manfredini è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Sarri sapeva bene che in casa del Feyenoord non sarebbe stato facile, ma visto l’approccio di sabato scorso a Reggio Emilia contro il Sassuolo da parte della sua squadra, probabilmente si aspettava qualcosa di diverso anche in Olanda. Un po' come tutti i tifosi d’altronde. E invece la Lazio torna a casa con 3 gol subiti e una prestazione quasi senza storia. Il passaggio del girone di Champions League ora si complica, ma niente è assolutamente perduto, soprattutto considerando che due delle tre partite del ritorno i biancocelesti le dovranno giocare allo stadio Olimpico. Per preparare la competizione europea però c’è tempo. Adesso invece è già il momento di pensare al campionato. Per parlare della sconfitta arrivata con il Feyenoord e del prossimo impegno della Lazio, contro la Fiorentina, Manfredini, che ha vestito la maglia della Lazio per oltre 7 stagioni, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Contro il Sassuolo una prestazione bellissima, mentre ieri con il Feyenoord una Lazio brutta e sottotono. Da cosa è dipeso?
Secondo me dal fatto che le partite di Champions League sono assolutamente di un altro livello. Per certi aspetti sembra quasi un altro sport e prima ci si abitua a questo e meglio è. La Lazio non ha fatto una bella prestazione e penso fosse piuttosto deluso anche mister Sarri, all’uscita dal campo. D’altronde che il Feyenoord fosse una squadra attrezzata lo sapevamo tutti. Però siamo solo alla fase a gironi ed è la prima sconfitta. Nulla è perduto, i biancocelesti hanno ancora la possibilità di sistemare le cose e di passare il turno.
Che non fosse facile si sapeva, ma questa sconfitta rischia di riaprire vecchie ferite, visto che spesso in questa stagione abbiamo sentito parlare di crisi?
Non parlerei di crisi sinceramente. È ovvio però che, soprattutto in campionato, la Lazio ci sta facendo assistere a una stagione molto altalenante. È partita malissimo per poi andare a vincere a Napoli e ha alternato bellissime partite a prestazioni deludenti. Certo è che perdere in quel modo, in Europa, ci può anche stare ma è bene che suoni un piccolo campanello d’allarme all’interno dello spogliatoio. Vuol dire che la squadra non è ancora ai livelli della scorsa stagione, non è ancora pronta e c’è ancora qualcosa da registrare.
Eppure quello di questa estate è stato un mercato importante. Dei nuovi che mi dici?
Si stanno integrando molto bene. Ci eravamo abituati a giocatori funzionali al progetto già nell’era di Igli Tare, e anche adesso che lui è andato via la Lazio ha fatto un mercato molto intelligente. Ha preso calciatori utili, come aveva richiesto Sarri, anche se non sono nomi molto noti. La cosa importante era che si riuscissero ad inserire nello scacchiere tattico del mister, e mi sembra di poter dire che bene o male ci stanno riuscendo tutti. Sono tutti giocatori validi da quello che ho visto, anche se è ancora presto. Hanno dimostrato di avere qualità e gamba, di poter dire la loro nel campionato italiano e di poter stare in questa squadra.
Dai nuovi ai vecchi, ieri è tornato in campo Ciro Immobile ma non è riuscito ad incidere e qualcuno comincia a chiedere maggiore spazio per Castellanos. Sarri secondo te ha qualche dubbio su chi sia il titolare in questo momento?
Non credo proprio, il titolare della Lazio resta Immobile. Negli ultimi 10/15 anni solo alcuni, tipo Ronaldo e Messi, sono riusciti a mantenere anno dopo anno lo stesso ruolino di marcia, che definirei allucinante. Per il resto, chi prima e chi dopo, tutti hanno affrontato momenti di down. Immobile è uno che ha sempre segnato e se non fosse stato per qualche acciacco fisico di troppo avrebbe avuto una grande continuità. Anche lui, a parte questi ultimi due anni, ha mantenuto un ruolino di marcia straordinario. Il tempo passa e gli infortuni incidono sempre di più, ci metti di più a riprenderti a pieno. La prima maglia però è sempre la sua. Sa fare gol, li ha sempre fatti e ricomincerà a farli, anche perché è un giocatore simbolo per questa squadra. Resta una risorsa troppo importante per la Lazio. Deve solo riprendere la forma e il ritmo al massimo.
Archiviata la Champions League, in campionato ora arriva la Fiorentina. Una squadra altrettanto altalenante e un ambiente che tu conosci bene. Che ti aspetti?
La Fiorentina è una squadra di tutto rispetto e Italiano dispone di una rosa che è cresciuta e si è rinforzata tanto nell’ultimo periodo. Per me potrebbe essere benissimo la quarta, quinta forza del campionato, se non fosse che anche la viola ogni tanto ha qualche blackout e non riesce a fare il salto di qualità. Fa prestazioni straordinarie e poi perde con l’Empoli. E poi mi domando se riuscirà mai a fare, in questa stagione, meglio dello scorso anno. Due finali, in Coppa Italia e in Conference League, per crescere ancora dovrebbe arrivare in Champions League, ma non sarà facile. Alla fine anche loro hanno sempre qualche problemuccio, ma attenzione perché è una squadra che può far male.
La Lazio invece può ambire alla Champions?
Penso che sia difficile anche per la Lazio. Tante squadre si sono attrezzate per arrivare nelle prime quattro posizioni e i biancocelesti sono una di queste, ma non so se riuscirà a farlo. La concorrenza è davvero serrata.