È un pregiudicato di circa 40 anni la vittima dell'omicidio a colpi d'arma da fuoco avvenuto nella serata di ieri, giovedì 26 ottobre, a Foggia. L'uomo era originario di San Ferdinando di Puglia, in provincia di Barletta-Andria-Trani, ma risiedeva a San Severo.
Secondo le prime ricostruzioni è arrivato in ospedale in fin di vita, accompagnato da due persone. Per lui non c'è stato nulla da fare: gli operatori del pronto soccorso non sono riusciti a salvarlo. Sul caso indaga la polizia.
Gli agenti hanno identificato l'uomo: è emerso come fosse già noto alle forze dell'ordine per alcuni precedenti per droga.
Gli inquirenti sono al lavoro per chiarire dove sia avvenuto l'agguato: verosimilmente i fatti avrebbero avuto luogo nella periferia della città. La polizia sta interrogando i due individui che hanno accompagnato il 40enne in ospedale: l'obiettivo è raccogliere ogni elemento utile a ricostruire la dinamica dei fatti.
Sull'accaduto indagano gli agenti della squadra mobile di Foggia, coordinati dalla procura dauna.
La vittima, identificata dagli investigatori, era finita in arresto nel 2016. Fermato in flagranza di reato all'altezza dello svincolo autostradale Vasto Nord dai militari del Nucleo Operativo Radiomobile del posto, sette anni fa, nascondeva una sorpresa nella ruota di scorta della sua automobile.
Occultato nella ruota di scorta della vettura, i carabinieri avevano rinvenuto ben nascosto un chilo di cocaina, avvolta in un cellophane. E così l'uomo, che non fornì alcun chiarimento sulla provenienza della droga, venne arrestato con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Le forze dell'ordine foggiane sono state costrette al superlavoro in questi giorni. È notizia di ieri, infatti, l'arresto di quattro persone per un presunto giro di incidenti falsi nel capoluogo dauno, architettati con l'obiettivo di ottenere elevate somme di denaro come risarcimento.
Sempre ieri, a Cerignola, gli agenti del commissariato hanno rinvenuto il corpo di un uomo di 66 anni nel cantiere di una palazzina, dove la vittima lavorava come operaio.