Brutte notizie in arrivo sulle pensioni della PA: nella bozza della legge di Bilancio 2024 figura una norma, inserita dal governo guidato da Giorgia Meloni, che prevede il ricalcolo dei trattamenti previdenziali. I nuovi importi contengono tagli fino a 7mila euro all'anno. Ecco chi, dunque, sarà interessato dalla decurtazione degli assegni mensili che possono portare a un minore importo fino al 20 per cento della retribuzione spettante dei futuri pensionati del pubblico impiego.
La stima è stata fatta dalla Cgil - Funzione pubblica (Fp) e Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche (Flp) - la quale denuncia una decurtazione di ampia portata sulla pensione di determinate categorie della Pubblica amministrazione a partire dagli assegni con decorrenza dal 1° gennaio prossimo.
Ecco, pertanto, quali sono i comparti del pubblico impiego interessati dai tagli e quale sarà l'entità della decurtazione, considerando l'importo della retribuzione annua al lordo attuale e il numero di anni di contributi versati.
In arrivo tagli consistenti per determinati comparti della Pubblica amministrazione in merito alle pensioni liquidate dall'Inps a decorrere dal 1° gennaio 2024. La novità - in negativo sugli assegni di pensione - arriva da uno degli articoli della bozza della legge di Bilancio 2024, del cui testo si è venuti a conoscenza durante la scorsa settimana.
I lavoratori del pubblico impiego interessati ai nuovi tagli delle pensioni sono quelli con contribuzione presso:
I tagli alle pensioni per i lavoratori dipendenti di questi enti sono indicati all'articolo 33 della bozza di legge di Bilancio. La norma prevede la revisione delle aliquote di rendimento della previdenza per gli assegni in liquidazione dal prossimo 1° gennaio, in riferimento alle quote retributive delle Casse previdenziali sopra indicate.
Conti alla mano, per una pensione di vecchiaia (a 67 anni) in decorrenza dal prossimo gennaio maturata in virtù di 35 anni di contribuzione e una retribuzione lorda di 30.000 euro, è previsto una decurtazione fino a 4.432 euro annui. Di media, considerando la speranza di vita, il taglio totale nel tempo può raggiungere i 71mila euro circa.
Per una pensione di vecchiaia maturata con 35 anni di contributi e su una retribuzione di 40.000 euro annui al lordo, si arriva a tagli di circa 6.000 euro all'anno (esattamente 5.910 euro). Moltiplicando la decurtazione sul totale delle pensioni che verranno erogate nel tempo al futuro pensionato, si arriva a un taglio complessivo di quasi 95.000 euro. Nel caso di una retribuzione annuale pari a 50.0000 euro, si arriva a superare i 7.000 euro all'anno di decurtazione (7.387 euro). Nella vita da pensionato, il contribuente dovrà rinunciare, in media, a oltre 118.000 euro.