Quando il dialogo s'interrompe o, peggio ancora, viene meno e senza neppure tentare la strada della mediazione, quando dalle parole (sempre troppo poche) si passa alle armi, si passa alla guerra, per l'umanità è sempre una sconfitta. Si riassume così il concetto che Papa Francesco, durante la recita dell'Angelus di oggi, 29 ottobre, spiega con forza ai circa 20.000 presenti in Piazza San Pietro.
I numeri delle persone intervenute sono quelli diffusi dalla Gendarmeria vaticana, ma certo Bergoglio non si rivolge soltanto a quei 20.000. Dopo le parole pronunciate durante la Preghiera per la Pace, guarda infatti ben oltre, alla "sala macchine" di ciò che sta succedendo in Medio Oriente. Soprattutto quando dice:
Il Pontefice, che già nell'udienza generale di mercoledì ha espresso vicinanza alle popolazioni coinvolte nel conflitto, è categorico quando poi aggiunge:
Dunque i corridoi umanitari, il cessate il fuoco. I cannoni da spegnere per aiutare i tantissimi civili che in questa crisi attuale tra Israele e Palestina, scatenata dal fanatismo di Hamas e da ferite sempre vive, sono le prime vittime. È in questo contesto che allora diventa coraggioso anche solo pronunciare la parola "amore".
Papa Francesco ha anche voluto ricordare le vittime dell'uragano Otis che ha devastato il Messico.
Secondo quanto riferito nelle ultime ore dal governo messicano, le vittime sono salite a 39, 10 i dispersi.