A partire dal prossimo anno, tutti i professionisti e le imprese inseriti nel regime fiscale forfettario saranno tenuti ad adottare la fatturazione elettronica. Ma non sarà l’unica novità che riguarderà le partite IVA incluse nel regime agevolato: andiamo a vedere se e come cambiano i requisiti di accesso e i casi particolari.
Il countdown è iniziato: il 31 dicembre 2023 rappresenta l'ultimo giorno di esenzione per i forfettari dalla norma di fatturazione elettronica. Dopo tale data, scompariranno le fatture cartacee, costringendo tutte le partite IVA in regime forfettario a certificare le transazioni tramite il digitale.
Per rispettare l'obbligo, i forfettari devono equipaggiarsi con software di fatturazione elettronica in grado di inviare fatture nei formati XML al Sistema di Interscambio (SdI). Questa piattaforma gestita dall’Agenzia delle Entrate si occupa della trasmissione dei documenti fiscali.
Entrando più nel dettaglio, per i forfettari, sono disponibili due principali metodi per emettere fatture elettroniche:
Questo cambiamento è stato previsto dal decreto PNRR (DL 36/2022). Dal 1° luglio 2022, alcuni contribuenti erano già obbligati a emettere fatture elettroniche, ma dal 1° gennaio 2024, questo obbligo si estenderà a tutti i soggetti forfettari, indipendentemente dai loro ricavi o compensi nei due anni precedenti.
Una menzione particolare va anche ai professionisti del settore sanitario: per tutto il 2023, medici e operatori sanitari saranno esentati dall’obbligo di fatturazione elettronica. Tuttavia, dal 2024, anche per loro scatterà tale obbligo, con relative implicazioni per la privacy dei pazienti.
Dal 2024, ci saranno delle variazioni significative anche in merito alla Certificazione Unica. Infatti, la Certificazione Unica, in relazione ai soggetti forfettari e a quelli in regime di vantaggio, verrà eliminata. Questo cambio è una diretta conseguenza delle semplificazioni fiscali attese e con l’introduzione della fatturazione elettronica per i soggetti in regime forfettario, come scritto nei paragrafi precedenti.
Nonostante le novità, le regole legate all'IVA per chi si trova nel regime forfettario rimarranno invariate. Non vi sarà addebito di IVA in fattura ai clienti e non ci sarà neanche la detrazione sugli acquisti.
Il Consiglio UE, con la decisione 2023/664, ha concesso all’Italia una deroga per esentare dall’IVA quei soggetti con un volume d’affari annuo non superiore agli 85.000 euro. Questo "regime forfettario esteso" sarà valido fino al termine del 2024. La soglia massima per usufruire di tale regime, pertanto, continua a mantenersi elevata da 65.000 a 85.000 euro.
Nel 2024, per rientrare o restare nel regime forfettario, le partite IVA devono rispettare i seguenti criteri:
In caso il fatturato superi gli 85.000 euro, ma rimanga inferiore ai 100.000 euro, l'uscita dal regime avverrà nell'anno seguente. Se, invece, si superano i 100.000 euro, l'esclusione sarà immediata, applicando le regole standard per Irpef e IVA.
Le regole che determinano l'esclusione dal regime nel 2024 rimangono invariate rispetto all'anno precedente. Tra le principali cause di esclusione troviamo:
Si mantengono inalterate anche le regole ai fini IVA e delle imposte sui redditi.
In particolare:
Ai fini delle imposte sui redditi, valgono le seguenti regole: