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I post su X che saranno corretti da Community Notes, la costola open source del social network che si occupa di far rispettare il regolamento interno, non saranno monetizzati dalla struttura. Lo ha annunciato proprio su X Elon Musk, da un anno alla "pirotecnica" guida dell'ex Twitter.
Il celebre magnate ha risposto così a chi lo accusa di promuovere informazioni distorte se non addirittura false sul proprio giocattolo.
Oltre questo, Musk ha poi aggiunto:
Qualcuno dice "Era ora", qualcun altro (e, purtroppo per Musk, a parlare è la stragrande maggioranza) resta piuttosto scettico nei confronti di questi ravvedimenti del tycoon. Sono infatti ancora fresche le "ferite" della certificazione a pagamento (basta pagare per avere la "spunta blu" e far passare per credibili mirabolanti panzane) e della riduzione dei moderatori, modifiche radicali che gli osservatori giudicano come compromettenti per la credibilità di tutto ciò che ruota intorno a X. E questo per tacere di "Not a Bot" e sconvolgenti "iniziative" private come quella che riguarda Wikipedia.
Non si parla purtroppo soltanto di quelle bufale a cui siamo abituati. Il problema disinformazione assume difatti una certa portata quando va a toccare l'informazione sulla guerra a Gaza. Su tutti, quei video falsi o riferiti ad altri teatri di guerra spacciati come cronaca del conflitto in atto.