I sindacati Anaao Assomed e Cimo-Fesmed si scagliano contro la manovra finanziaria del governo per il 2024. Motivo della protesta, i tagli ai contributi pensionistici di medici e dirigenti sanitari, con conseguenti ricadute sulle pensioni future dei soggetti interessati.
Nuova tegola sulla legge di bilancio del governo presieduto da Giorgia Meloni.
Dopo la bocciatura senza appello di Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, arriva ora la dura presa di posizione di Anaao Assomed e Cimo-Fesmed, sindacati dei medici e dei dirigenti pubblici. Attraverso un comunicato congiunto, Pierino Di Silverio (Segretario Nazionale Anaao Assomed) e Guido Quici (Presidente Cimo-Fesmed), attaccano in particolare la misura che va a ridurre i contributi pensionistici, con un prevedibile taglio sulle pensioni future di medici e dirigenti pubblici.
I due denunciano che l'intervento andrà a colpire i contributi versati prima del 1996, andando a riguardare "quasi il 50% del personale attualmente in servizio". Il taglio della pensione avrà un valore compreso tra il 5% e il 20% dell'assegno annuale.
#manovra 2024: senza modifiche alle pensioni e senza adeguati finanziamenti per la #sanità è SCIOPERO dei medici e dirigenti sanitari. Comunicato stampa ANAAO ASSOMED-CIMO FESMED: https://t.co/nPUGP1Szvy pic.twitter.com/5n1lz8rjTa
— Anaao Assomed (@anaao_assomed) October 30, 2023
La posizione dei due sindacati è in netto contrasto con quella, positiva, espressa pochi giorni fa da Benedetto Magliozzi, segretario generale nazionale della Cisl Medici.
A preoccupare Anaao Assomed e Cimo-Fesmed sono le risorse sempre più scarse a disposizione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) - contro un aumento dei contributi dello Stato alla sanità privata - oltre al già citato taglio alle pensioni di medici e dirigenti sanitari.
La questione economica non riguarda, tra l'altro, solo il fronte pensionistico. Anche sui salari ci si aspettava un aumento che, invece, non è arrivato.
La nota si conclude con una richiesta che somiglia molto da vicino a un ultimatum. Se non verranno rimosse le parti del testo riguardanti i tagli alle pensioni, e non saranno aumentati gli investimenti per il SSN, i sindacati minacciano, infatti, "uno sciopero generale entro dicembre".