La situazione economica italiana sembra essere in una fase di stallo. Questo almeno è quanto emerge dai dati riguardo al PIL, il prodotto interno lordo, per il terzo trimestre dell’anno in corso. La previsione era di un leggerissimo aumento in percentuale (+0,1) ma nella realtà dei fatti non si è visto nemmeno quello.
I primi commenti sui dati arrivano dall’ISTAT, che evidenzia in positivo la stabilità dopo un calo verificatosi nel trimestre precedente, anche se leggermente inferiore alle attese.
Osservando più da vicino i dati forniti per questo terzo trimestre dell’anno, l’unica voce in crescita è quella riguardante l’industria. È in calo il settore dell’agricoltura mentre risulta essere stabile quello relativo ai servizi. Per ciò che concerne la domanda, invece, risulta positiva quella proveniente dall’estero mentre è in calo quella interna. In linea generale, tuttavia, non variano le stime per il 2023, ritenendo possibile una crescita del +0,7% del PIL rispetto al 2022.
A proposito della dinamica relativa al terzo trimestre 2023, Istat precisa che il numero di giornate lavorative è sceso di 3 unità rispetto al trimestre precedente, dati utili ma marginali, che non dovrebbero incidere sulla crescita o meno del prodotto interno lordo.
Lo stato di stallo italiano arriva dopo un primo trimestre nel 2023 segnato da grandi aumenti. Ora una flessione, ma non è l’unica all’interno dell’Eurozona. Ne è un esempio l’economia francese, la cui crescita del PIL è notevolmente rallentata e si attesta a 0,1%, una variazione in positivo, seppur minima.
A fungere da traino sono i consumi delle famiglie, fatto che invece non si può applicare al contesto italiano. In ogni caso, un aumento dello 0,1 in percentuale rispetto al +0,6% del trimestre precedente indica le difficoltà interne anche nel mercato francese. Italia e Francia sono tra le poche eccezioni per quanto riguarda i tagli delle stime sul PIL da parte di Ficht Ratings.