Alle ore 14 (ore italiane) ha preso la parola il leader di Hezbollah, parlando di fronte ad una grande folla radunata nella piazza centrale di Beirut, in Libano. Le sue dichiarazioni erano molto attese in tutto il Medio Oriente, le prime dall’attacco del 7 ottobre scorso.
L’equilibrio nella regione è estremamente precario e un posizionamento netto nei confronti di una o l’altra parte, dunque Israele o Gaza, potrebbe avere un impatto non trascurabile in tutta la regione. Nasrallah non ha usato giri di parole dichiarando tutto il suo fermo sostegno alla causa di Gaza e di Hamas.
Lo scoppio del conflitto non deve far dimenticare, secondo Nasrallah, come ben prima dell’attacco del 7 ottobre ci fossero almeno quattro questioni urgenti che interessavano i territori palestinesi, passati in rassegna nel suo discorso:
Poco prima dell’annunciato discorso di Nasrallah, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, impegnato a far uscire i civili italiani dal doppio passaporto da Gaza, aveva ribadito la necessità di parole di pace e non di ulteriore benzina sul fuoco.
Un appello caduto nel vuoto: non si è trattato di una dichiarazione di guerra ad Israele, ma il leader di Hezbollah ha ribadito tutta la bontà della battaglia di Hamas, di fatto giustificando quanto commesso fino ad ora.