10 Nov, 2023 - 13:40

Istat: "Le prospettive economiche restano molto incerte"

Istat: "Le prospettive economiche restano molto incerte"

Nelle precedenti settimane le rilevazioni sul PIL italiano avevano fatto registrare una sostanziale stabilità rispetto ai mesi precedenti. L'Istat sostiene però che questo potrebbe variare nell'arco dei prossimi mesi e in prospettiva potrebbe peggiorare. Il primo campanello di allarme è stato proprio il rallentamento che si è registrato ad ottobre, in particolare a proposito del calo di fiducia di famiglie ed imprese. A ciò, ovviamente, si aggiunge il peso di una situazione geopolitica altamente instabile:

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Le prospettive economiche internazionali restano molto incerte, condizionate dall'acuirsi delle tensioni geo-politiche e dalle condizioni finanziarie sfavorevoli per famiglie e imprese.

Istat: "Indice destagionalizzato diminuisce del 2%"

L'Istat prosegue la propria analisi della situazione economica in Italia soffermandosi sul concetto di indice destagionalizzato. Si tratta del valore della produzione industriale a cui vengono tolti le componenti stagionali e gli effetti riguardo alla diversa durata dei mesi (i giorni considerati produttivi variano a seconda del calendario infatti, in corrispondenza di un numero maggiore o minore di festivi ad esempio).

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A settembre l valore dell’indice destagionalizzato della produzione industriale rimane immutato rispetto a quello di agosto mentre il terzo trimestre dell’anno registra un lieve aumento congiunturale. La dinamica congiunturale mensile è positiva per quasi tutti i settori di attività economica, con l’eccezione dei beni di consumo. In termini tendenziali, al netto degli effetti di calendario, l’indice complessivo è in diminuzione a settembre, come pure quelli relativi ai principali raggruppamenti di industrie, salvo i beni strumentali.

I cali maggiori nell'industria di legno e carta

Il maggior calo riguarda l'industria del legno, della carta e della stampa, con un crollo a doppia cifra (-11,6%). Leggermente meglio il settore dell'industria tessile, che include abbigliamento, pelli e accessori, con un segno negativo ma più contenuto (-10,9%). Ancora meglio il rosso nella fabbricazione di gomma e materie plastiche, con un negativo decisamente meno marcato (-4%).

La notizia di oggi si lega a doppio filo con la rivista al ribasso del PIL secondo Confindustria, con il 2024 che dovrebbe assestarsi solo ad un + 0,5% su base annua. Di fatto una conseguenza a quella che è stata la rilevazione Istat di pochi giorni fa riguardo alla crescita zero nel terzo trimestre del 2023.

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Beatrice Balbinot
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