11 Nov, 2023 - 13:58

Piacenza, arma in mano ad un bambino di 8 anni: "Volevo colpire la maestra"

Piacenza, arma in mano ad un bambino di 8 anni: "Volevo colpire la maestra"

Un bambino di 8 anni prende in mano un coltello nella mensa della propria scuola e minaccia di colpire la maestra per averlo rimproverato. Questa è la dinamica di quanto accaduto all'interno di una scuola elementare nel piacentino, in un istituto alle porte della città, in una zona periferica.

Secondo quanto testimoniato dai genitori di altri alunni presenti nella medesima classe, non si tratterebbe del primo caso di atteggiamenti aggressivi verso il corpo docente. Questo, è bene sottolinearlo, fin dagli otto anni d'età: è necessario perciò che genitori e scuola siano oggetto di serie riflessioni a proposito del modello educativo portato avanti.

Piacenza, arma in mano ad un bambino di 8 anni: già diversi gli atteggiamenti violenti riscontrati nelle aule

Ad essere intervenuta tempestivamente per sedare la situazione è un'altra maestra, che ha tolto dalle mani del piccolo il coltello e ha contribuito a riportarlo alla calma. Quando sono state chieste spiegazioni circa il motivo per cui l'avrebbe fatto, il bambino ha risposto con estrema calma: "Volevo colpire la maestra".

Il quotidiano della città ha raccolto diverse testimonianze anche di altri genitori i cui figli si trovano nel medesimo istituto scolastico. Tutti hanno sottolineato episodi preoccupanti riguardo diverse violenze e atteggiamenti aggressivi. Tanti da indurre a organizzare una serie di incontri con l'obiettivo di arginare questi casi.

Le violenze verso il corpo docenti sono in costante aumento

Sfogliando i fatti di cronaca principali in Italia, le violenze verso il corpo docenti e il personale che lavora negli istituti scolastici sono in costante aumento. Senza distinzione geografica, i casi possono arrivare a riguardare anche i genitori. Non sono pochi, infatti, i frangenti in cui sono gli adulti a portare avanti atteggiamenti violenti verso il corpo docente, colpevole di aver messo un brutto voto al figlio o di un rimprovero di troppo.

I numeri sono talmente allarmanti da aver costretto il ministero a diramare una circolare nel febbraio scorso, puntando i fari su questo fenomeno. Esistono, però, anche casi opposti, in cui è chi dovrebbe supervisionare a macchiarsi di reato. Il più recente esempio è avvenuto a Catania: il preside di un istituto scolastico avrebbe commesso violenza sessuale ai danni di studentesse.

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Beatrice Balbinot
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