La Corte suprema del Regno Unito si esprime sul 'piano Ruanda', pensato dal governo per gestire gli sbarchi di migranti irregolari. L'organo al vertice del potere giudiziario britannico ha dichiarato illegale l'iniziativa, respingendo il ricorso del ministero dell'Interno.
Un'ulteriore conferma del parere della Corte d'Appello londinese, che nei mesi scorsi aveva emesso lo stesso verdetto. Il piano imponeva il trasferimento forzato di quote di migranti in Ruanda a scopo dissuasivo.
Quello dello stop agli sbarchi illeciti è da sempre un cavallo di battaglia del premier Rishi Sunak, che aveva fatto di tutto per tutelare gli arrivi sulle coste inglesi.
Proprio come la Corte d'Appello londinese, i cinque supremi giudici hanno ribadito all'unanimità che il Ruanda non può essere considerato un Paese terzo sicuro. I migranti rischierebbero di essere rimbalzati da un Paese all'altro, in una piena violazione delle leggi sui diritti umani.
A presentare il ricorso al tribunale supremo l'ormai ex ministra degli Interni Suella Braverman. Silurata negli ultimi giorni dopo un duro attacco alla polizia britannica, si era da sempre professata una convinta sostenitrice della linea dura sul dossier migranti. A tal punto da considerare un "sogno" l'ipotesi di rispedire i richiedenti asilo in Africa.
La proposta era finita a più riprese nell'occhio del ciclone di richiedenti asilo e organizzazioni, compresa l'Onu. Il verdetto, infatti, è stato accolto con giubilo dalle associazioni per la difesa dei rifugiati, che hanno parlato di "vittoria per l'umanità".
Ma il caso sembra non essere chiuso qui. Dal canto suo, il premier Sunak ha commentato la notizia ribadendo la propria intenzione di fare "tutto il necessario" per fermare gli sbarchi di migranti sulle coste inglesi.
Sunak sottolinea come, anche se il Ruanda non rispetta le condizioni di richiesta necessarie, resterebbe legittimo l'invio dei migranti in un Paese terzo considerato sicuro.