Filippo Turetta è indagato per tentato omicidio in relazione alla scomparsa dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin, di 22: sono queste le ultime notizie sul caso arrivate dalla Procura di Venezia. Si tratta di un atto dovuto, per procedere con nuovi e approfonditi esami. Continuano, intanto, le ricerche.
Tra gli accertamenti irripetibili resi possibili dall'iscrizione di Turetta nel registro degli indagati c'è l'esame del Dna sulle macchie di sangue e sui capelli rinvenuti in zona Fossò, dove la Fiat Punto del 22enne sarebbe stata vista passare attorno alle 23.30 di sabato scorso.
Un quarto d'ora prima i due giovani scomparsi erano stati visti litigare da un testimone in un parcheggio che dista solo pochi metri dall'abitazione della famiglia Cecchettin a Vigonovo. Ora a confermarlo ci sarebbe anche un video di pochi secondi. Il timore è che lui possa averla uccisa ed essere fuggito, dirigendosi verso l'Alta Val Pusteria, dove la sua auto è stata avvistata per l'ultima volta domenica mattina poco dopo le 9.
Nelle ultime ore gli inquirenti si sarebbero recati a casa sua per una perlustrazione: sono alla ricerca di indizi, dettagli che possano aiutare a ricostruire la sua folle corsa. Al momento non si esclude nessuna pista: neanche quella che Filippo possa tenere la giovane "sequestrata", come ipotizza la famiglia.
Da questa mattina, in attesa di nuovi sviluppi, i carabinieri, aiutati dai sommozzatori e dalle squadre speleo-alpino-fluviali, scandagliano le acque del lago di Barcis, in provincia di Pordenone. Una località scelta perché situata lungo la direttrice che l'auto di Turetta sembrerebbe aver seguito nella notte tra sabato e domenica, la più importante.
Le ricerche proseguono senza sosta. Ieri avevano riguardato la zona di Zero Branco, nel Trevigiano. Oggi si concentrano anche in Alto Adige e sulla Riviera del Brenta. Qualcuno ipotizza che si muovano in due direzioni perché non si sa se Giulia e Filippo siano ancora insieme, se dopo il litigio i loro percorsi non si siano in qualche modo separati.
Tra i dubbi di chi indaga ci sono quelli relativi a due buchi temporali dal totale di un'ora nel tragitto compiuto dalla vettura che, per raggiungere Scorzè da Fossò avrebbe impiegato 20 minuti più del necessario e per raggiungere Pecol passando per la diga del Vajont 2 ore invece di 80 minuti.
I familiari di Giulia sono convinti che la ragazza sia stata trattenuta contro la sua volontà, perché mai si sarebbe allontanata da casa volontariamente senza far avere sue notizie. Ieri poi avrebbe dovuto laurearsi, non ne avrebbe avuto il motivo.
sono le ultime parole rivolte a Filippo da Gino Cecchettin, che da giorni, insieme alla figlia maggiore, Elena, fa tutto il possibile per aiutare gli investigatori a riportare Giulia a casa. La speranza, infatti, è che sia ancora viva. Lo ha dichiarato anche l'avvocato Stefano Tigali, che assiste la famiglia:
I timori, però, ci sono: sembra che Filippo non avesse digerito la rottura con Giulia e che, anche dopo, fosse "geloso e possessivo" nei suoi confronti. È ciò che ha raccontato ai giornalisti anche il titolare del locale in cui la ragazza avrebbe dovuto festeggiare con parenti ed amici la laurea in Ingegneria: la controllava.
avrebbe detto, sostenendo anche che dall'aspetto il ragazzo sembrava molto provato. È possibile che avesse premeditato il suo gesto? È solo uno dei tanti interrogativi che ancora avvolgono il caso.
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