Il femminicidio rappresenta una vera e propria piaga all’interno della società italiana. Spesso si tende a trascurare anche un altro aspetto strettamente legato a questo. In molti casi, infatti, le donne uccise erano anche madri. Secondo stime (dell’associazione Con i bambini), nel 36% dei casi i figli erano presenti nel momento dell’uccisione della vittima.
L’associazione Con i bambini ha dato vita ad un’iniziativa volta al supporto e sostegno di questi minori e delle famiglie affidatarie. Il gergo tecnico, per i loro casi, è di orfani speciali, vale a dire coloro che hanno perso un genitore per mano dell’altro coniuge o compagno. Oltre a perdere la vittima, i bambini in questione smettono di avere contatti anche con l’autore del gesto. Questo, perlomeno, è quanto accade nella stragrande maggioranza dei casi: i figli, una volta compreso quanto commesso, scelgono di non avere più rapporti con il genitore che si è macchiato dell’omicidio.
Al momento il progetto in questione è a supporto di 157 orfani, ma il dato è estremamente variabile. A questi si sommano altri 260 casi in cui è stato attivato il supporto psicologico e sociale. Si tratta di stime fatte da associazioni di volontariato e non dati ufficiali provenienti da un ente statale, ragion per cui sono numeri da prendere con le pinze ma che mettono luce su un tema cruciale e spesso non considerato.
A prendere la parola è Marco Rossi Doria, presidente dell’associazione già menzionata, che ribadisce come alla tragedia del femminicidio si aggiunge quella dei bambini, i quali hanno vissuto un trauma che li accompagnerà per tutto il resto della vita.
Il tema legato al femminicidio è tornato prepotentemente sulle prime pagine dei giornali a causa dell’uccisione di Giulia Cecchettin, ma di fatto non è mai uscito davvero dalle cronache nostrane. Nel 2023 i numeri sono allarmanti e stimano un’uccisione ogni 4 giorni. Questo richiede un serio intervento normativo, fermo restando che il problema è prima di tutto educativo.
Le percentuali al momento note riguardo ai cosiddetti orfani speciali tratteggiano perfettamente il quadro drammatico della situazione. Ad oggi il 42% di questi bambini vive con una famiglia affidataria, solo il 5% viene effettivamente adottato ed inizia una nuova vita. In tutti i casi è però necessario un percorso di cure e terapia per superare il trauma vissuto, dalla violenza fisica a quella psicologica o ancora sessuale.