L'omicidio di Giulia Cecchettin si sarebbe consumato in due atti di "inaudita ferocia": Filippo Turetta avrebbe accoltellato la 22enne di Vigonovo prima a 150 metri da casa, dove un testimone aveva riferito di averli visti litigare la sera della scomparsa, poi nella zona industriale di Fossò, dove il telefono di lui era stato agganciato da una cella attorno alle 23.30 di sabato 11 novembre, un quarto d'ora dopo la prima aggressione.
Nei filmati catturati dalla videocamera di sorveglianza della ditta Dior si vedrebbero, quindi, gli ultimi istanti di vita della giovane, che giovedì avrebbe dovuto laurearsi in Ingegneria biomedica e che ora riceverà la laurea ad honorem. Secondo gli esperti sarebbe morta dissanguata dopo essere stata colpita con violenza alla testa e al collo. Avrebbe provato a difendersi, ma invano.
Il corpo della ragazza è stato ritrovato in un canalone a pochi passi dal lago di Barcis lo scorso 18 mattina dai carabinieri che da giorni stavano perlustrando l'area, scelta perché situata lungo la direttrice che l'auto di Turetta sembrava aver seguito la notte tra sabato e domenica, quella della denuncia di scomparsa, prima di iniziare la sua folle corsa verso la Germania.
Lì il ragazzo di Torreglia da due giorni si trova in carcere ad Halle, nella Sassonia Anhalt, dopo essere stato fermato dalla polizia locale. Nei suoi confronti era stato diramato un mandato di cattura internazionale. Per la morte dell'ex fidanzata, che lo aveva lasciato ad agosto, è accusato di omicidio volontario aggravato e sequestro di persona.
Resterà recluso anche quandò sarà estradato in Italia, non prima di una decina di giorni. Secondo il gip di Venezia Benedetta Vitolo, firmatario dell'ordinanza, è infatti "socialmente pericoloso". Oltre ad essersi scagliato con "inaudita gravità e manifesta disumanità" contro la ragazza con cui aveva avuto una relazione amorosa, potrebbe anche tornare ad uccidere.
ha scritto il gip, ricordando che
All'estero non è ancora stato interrogato. Quando comparira davanti al pubblico ministero italiano dovrà fare chiarezza su tutta la vicenda.
Tra gli elementi ancora da chiarire ce n'è uno di fondamentale importanza: quello della premeditazione. Bisogna capire cioè se il 22enne avesse programmato l'agguato ai danni dell'ex ragazza, dandole appuntamento con il preciso intento di farle del male.
Sembra suggerirlo il fatto che avesse portato con sé i due coltelli che avrebbe poi usato per ucciderla (di cui uno trovato spezzato a Fossò), ma anche il nastro adesivo che secondo il gip avrebbe usato per non farla gridare, dopo averla sequestrata nella sua auto, e i presunti sacchi neri trovati accanto al cadavere.
Con sé, inoltre, doveva avere parecchio denaro contante, almeno quello necessario a consentirgli una fuga di una settimana in macchina, senza prelievi. Se dovesse essere confermato, rischierebbe il massimo della pena, l'ergastolo. Per il momento è solo un'ipotesi al vaglio degli inquirenti, come quella riguardante l'occultamento di cadavere.
Dopo aver ucciso Giulia Filippo ne avrebbe infatti trasportato il corpo fino al luogo del ritrovamento, nascondendolo dietro a una grande roccia in un dirupo. La sua famiglia è apparsa molto provata, dopo la notizia. Ieri il papà Nicola, che già aveva preso parte alla fiaccolata commemorativa organizzata per la giovane vittima, avrebbe scritto a Gino Cecchettin per chiedergli di perdonarlo.
Negli scorsi giorni, intercettato dai microfoni dei cronisti, aveva dichiarato che sperava quasi che anche per Filippo finisse in un altro modo. Il papà e la sorella di Giulia, Elena Cecchettin, hanno intanto chiesto di essere lasciati da soli per un po', ringraziando tutti coloro che in questi giorni di profondo dolore gli stanno mostrando "affetto e vicinanza".