Era di qualche giorno fa la notizia della denuncia presentata nei confronti della mamma di Kata - la bambina di cinque anni scomparsa a Firenze lo scorso 10 giugno - da una connazionale che l'accusava di averla accoltellata in discoteca nel corso di una lite. La donna, che da mesi appare in tv lanciando appelli insieme al marito affinché i presunti testimoni del rapimento della figlia parlino, ha reso ora nota la sua versione dei fatti.
A parlarne è stata l'avvocata Sharon Matteoni, che insieme al collega Filippo Zanasi assiste la donna e il marito da quando la figlia di cinque anni è scomparsa a Firenze.
ha fatto sapere la legale. E ha aggiunto:
Il riferimento è alla denuncia presentata nei confronti della sua assistita da una 21enne peruviana che con lei avrebbe una violenta lite nel bagno di una discoteca fiorentina e che nelle scorse ore l'ha accusata pubblicamente di averla sfregiata sul viso con un'arma da taglio.
Una versione dei fatti del tutto fuorviante, secondo l'avvocata, che ha spiegato come, in seguito all'aggressione, anche Alvarez sia stata costretta a recarsi in ospedale, per ricevere cure e assistenza medica per le lesioni riportate. A sua volte avrebbe denunciato.
Lo scorso 10 novembre, a cinque mesi esatti dall'ultimo avvistamento della figlia di cinque anni, Alvarez aveva tentato per la seconda volta il suicidio, ingerendo della candeggina. Lo aveva già fatto a pochi giorni dalla scomparsa di Kata a Firenze, come il marito, che da poco è tornato in carcere per aver violato l'obbligo di firma e che è anche accusato di furto con destrezza.
Era stata lei a giugno a dare l'allarme, dopo essere rincasata dal lavoro e aver notato l'assenza della bambina, che aveva lasciato insieme al fratello Abel, finito in carcere nell'ambito dell'indagine parallela a quella del rapimento di Kata, relativa al racket degli affitti dell'ex hotel Astor, l'edificio occupato in cui l'intera famiglia viveva prima che fosse sgomberato.
Il caso della bimba, nonostante le serrate indagini, sembra essersi arenato. A nulla hanno portato i tanti sopralluoghi effettuati all'interno dello stabile negli scorsi mesi, anche con l'aiuto dei "cacciatori di Calabria", specializzati nella ricerca dei latitanti.
A nulla hanno portato anche le audizioni delle 14 persone potenzialmente informate dei fatti nei confronti delle quali la Procura fiorentina aveva chiesto delle rogatorie internazionali. L'ipotesi è che la bimba sia stata rapita e portata via da dove abitava, forse in Perù.
Come e da chi non è chiaro. Cinque persone sono state iscritte nel registro degli indagati: tre di loro, tutti ex occupanti dell'Astor, sarebbero stati visti uscire dallo stabile con dei borsoni di grandi dimensioni, il giorno della scomparsa della bambina. Al loro interno però non sono state trovate sue tracce.
Una delle piste al vaglio degli inquirenti riguarda il possibile scambio di persona di cui Kata sarebbe stata vittima. L'ipotesi è che chi l'ha presa volesse in realtà rapire la figlia della donna che qualche mese prima viveva insieme a un narcotrafficante di origine peruviana, poi finito in carcere.
L'uomo infatti non avrebbe saldato i suoi debiti di droga. È possibile che qualcuno volesse vendicarsi, punendolo, e che si sia imbattuto nella bambina sbagliata. Ma è solo una pista, appunto. E ne esistono molte altre. Sulla vicenda, infatti, sono tanti i punti oscuri.
Ne parlavamo insieme all'avvocato Zanasi: Kata, 4 mesi fa la scomparsa a Firenze. Le ultime notizie dall’avvocato dei genitori: Il caso è fermo, la mamma lancerà un nuovo appello per rompere il silenzio | ESCLUSIVA