Filippo Turetta, arrestato per l'omicidio di Giulia Cecchettin ha pronunciato la frase "Ho ucciso la mia ragazza" di fronte agli agenti della polizia tedesca, subito dopo essere stato fermato per una violazione stradale su un'autostrada, quando si trovava in una piazzola d'emergenza senza aver attivato gli stop.
La prima confessione di Turetta, registrata in un verbale consegnato all’autorità giudiziaria, non potrà essere però usata in tribunale, perché davanti al giudice Turetta ha dichiarato soltanto: Portatemi in Italia. Servirà dunque una nuova confessione fatta davanti ai magistrati italiani.
Il tribunale tedesco di Naumburg ha dichiarato che non ci sono ostacoli all'estradizione dell'accusato in Italia e Turetta stesso ha accettato tale decisione. Resta indagato per omicidio volontario aggravato, mentre gli inquirenti valutano se contestargli la premeditazione. La GIP Benedetta Vitolo ha ordinato la sua permanenza in carcere per il pericolo di reiterazione del reato.
Il procuratore di Venezia, Bruno Cherchi, resta in contatto con le autorità tedesche in attesa dell'arrivo di Turetta. Nel frattempo, è emerso che nell'auto, una Grande Punto nera con targa FA015YE, abbandonata senza carburante sull'autostrada A9 vicino Lipsia, è stato trovato un terzo coltello. Uno dei coltelli è stato rinvenuto vicino a casa a Vigonovo, mentre un altro è stato utilizzato a Fossò per l'omicidio di Giulia Cecchettin.
Il tribunale regionale superiore di Naumburg ha confermato l'assenso all'estradizione di Filippo Turetta. Il presidente del tribunale ha indicato che il giovane non ha opposto resistenza e, sulla base dei documenti allegati al mandato d'arresto europeo, non vi sono ostacoli al suo ritorno in Italia. Turetta è attualmente detenuto nel carcere di Halle, dove si trova in cella da solo.