"Non ho avuto il coraggio di farla finita". La confessione di Filippo Turetta ai poliziotti tedeschi- che lo hanno arrestato lo scorso 19 novembre dopo una fuga durata una settimana- non riguarda solo l'omicidio della sua ex fidanzata Giulia Cecchettin. Avrebbe raccontato di aver vagato per giorni, pensando più volte di togliersi la vita.
Parole agghiaccianti quelle che Filippo Turetta ha affidato ai poliziotti dopo essere stato sorpreso fermo sulla corsia di emergenza dell'autostrada Berlino-Monaco, nei pressi di Lipsia. Oltre ad aver ammesso l'omicidio di Giulia, che ha definito la sua "fidanzata" nonostante la storia fosse ormai conclusa per volontà della studentessa, ha anche detto:
Si sarebbe consegnato alle forze dell'ordine con le mani alzate. Questa sua "confessione", però, non è valida per le indagini italiane.
Stando al verbale redatto dalla polizia tedesca, al momento dell'arresto Filippo Turetta presentava delle ferite alle mani e alle caviglie, la cui origine non è al momento nota. Aveva anche macchie di sangue sugli abiti.
Inoltre aveva addosso un coltello, un guanto, il telefono cellulare, una scheda bancomat prepagata e 200 euro in contanti. Il coltello verrà analizzato per determinare se sia quello usato per uccidere Giulia.
Secondo quanto ricostruito del delitto, la 22enne- uccisa nella notte tra l'11 e il 12 novembre 2023- sarebbe stata aggredita e accoltellata in tre diversi momenti. Un'agonia durata 25 minuti, prima della morte per "shock emorragico": Giulia è stata lasciata morire dissanguata.
I giudici tedeschi di Naumburg hanno dato il via libera alla consegna di Turetta in Italia, che avverrà nei prossimi giorni. Il giovane è attualmente detenuto nel carcere di Halle sulla base di un mandato di arresto europeo. Dovrà rispondere di sequestro di persona e omicidio aggravato.