ln occasione dell'inaugurazione di "Roma Arte in Nuvola" ha partecipato anche Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura, scienza e istruzione in quota Fratelli d'Italia.
Il deputato meloniano sceglie di rispondere a tono alle parole polemiche di Lilli Gruber: la conduttrice aveva affermato di "avere le spalle larghe" e di non temere un'eventuale audizione in Parlamento. Critica risibile per Mollicone, considerato che in qualità di Presidente della Commissione Cultura lui ha il compito di ascoltare tutti gli operatori televisivi e giornalistici riguardo la par condicio.
Mollicone promette un intervento in tal senso, grazie anche all'aiuto dell'Ordine dei giornalisti, ma ci tiene a dire una cosa alla giornalista di La7: "Dispiace che la Gruber faccia, più che la giornalista, l'avversaria politica..."
Molte polemiche aveva suscitato la piccata risposta che Mollicone aveva rivolto a Gruber, che durante una puntata della sua trasmissione "Otto e mezzo" su La7 aveva criticato il deputato meloniano per le sue parole su Peppa Pig (che diffonderebbe fra i bambini l'"ideologia gender"). Su X Mollicone aveva scritto:
Una gogna mediatica senza diritto di replica che Mollicone voleva controbattere con un'audizione in parlamento dei dirigenti Rai, Mediaset e La7. Il deputato la spiega così:
"Non era un invito ostile: il Parlamento è la casa di tutti. Il pluralismo è un tema alto, che stiamo affrontando anche con l'Ordine dei giornalisti, che come sapete stanno proponendo una riforma complessiva delle leggi e delle norme e anche questo è un tema che riguarda la Commissione editoria".
Segue poi una stoccata ben precisa alla conduttrice di La7, colpevole di non aver concesso a Mollicone il tempo o lo spazio per rispondere alle critiche. Per il meloniano il motivo starebbe nel fatto che Gruber (e gli ospiti in quella puntata) siano stati colpevoli di "razzismo culturale" verso gli esponenti del centrodestra:
"In maniera molto serena considero la Gruber una grande giornalista, dispiace che sembra più di ascoltare degli avversari politici che dei giornalisti indipendenti... Però ognuno è libero di dire quello che vuole, anche su di me. L'unica cosa è che la correttezza vorrebbe che ci fosse diritto di replica e non attaccare le persone in contumacia perché mio padre, che è giornalista, mi ha sempre insegnato che non si fa".
Mollicone spiega che il governo ha intenzione di affrontare le sfide che il mondo digitale pone al giornalismo e all'editoria ascoltando tutti gli attori coinvolti, a differenza dei suoi predecessori che non sembravano interessati all'argomento.
Il deputato, quindi, crede che le polemiche sul suo tweet siano pretestuose: il governo ha invitato, non ordinato, a parlare in Parlamento i dirigenti di Rai, Mediaset e La7, senza alcuna finalità censoria.
La morte di Giulia Cecchettin ha portato le persone ad interrogarsi sulla cultura patriarcale e maschilista che porta molti uomini a considerare le donne come un oggetto personale di cui disporre a proprio piacimento, arrivando purtroppo anche a distruggerlo e ad ucciderlo.
Per Mollicone uno dei motivi scatenanti che porta molti ragazzi e ragazze giovanissimi si trova nei testi violenti e degradanti dei cantanti trap:
"Io mi sono ritrovato molto nell'appello di Cristiana Capotondi: se dobbiamo trovare una minaccia culturale secondo me, sui ragazzi tra i 10 e i 16 anni, cioè quando c'è la formazione sentimentale dei ragazzi e delle ragazze, è proprio nella musica trap, che si rifà ad un modello assolutamente negativo, machista, violento, estremo di oggettivizzazione delle ragazze e delle donne con un modello di relazione assolutamente distorto e deviante".
Rispetto ad altre persone che hanno chiesto di bloccare la diffusione di quelle canzoni trap, che oggettificano il corpo delle donne, Mollicone indica che si può intervenire solo a norma di legge:
"Non è una questione di censura: se c'è una canzone che dice che le ragazze vanno trattate come prostitute e che valgono solo se le paghi va repressa questa cosa, va colpita con le leggi che esistono".
Infine, Mollicone commenta anche le parole di Elena Cecchettin, sorella di Giulia, che aveva rifiutato l'idea di rimanere in silenzio e accusato il vicepremier Matteo Salvini di usare parole che in qualche modo giustificavano Filippo Turetta:
"In questi momenti, così a caldo, non possiamo che esprimere che sentimenti di solidarietà nei confronti di Elena Cecchettin, del padre, della famiglia. Tra l'altro penso che il padre abbia dimostrato una grandezza d'animo rara in un momento così, quando sopravvivi alla morte di un figlio penso che i genitori vivano un abisso assoluto".
Il leghista Stefano Valdegamberi aveva criticato le parole di Elena Cecchettin, indicandole come frutto di una "società satanista" e aveva portato come prove a sostegno della sua tesi le foto che la ragazza aveva pubblicato sui suoi social, che per il consigliere veneto propagavano solo un messaggio politico ben preciso.
Mollicone non commenta le parole di Valdegamberi, ma considera lo sfogo di Elena Cecchettin come parole legate alla tragedia che sta vivendo in questi giorni:
"Io capisco che la sorella, persona magari generazionalmente più vicina, più legata possa essere stata colpita anche da una reazione giusta, secondo me legittima, di furia e di rabbia. Quindi se le parole sono state un po' dure, io la capisco, non penso che siamo noi a dover giudicare di fronte ad una tragedia immane come questa".