Era un grido d'aiuto, secondo un'amica di Filippo Turetta, l'audio in cui Giulia Cecchettin, nelle settimane precedenti al suo omicidio, chiedeva a delle amiche un consiglio su come potesse liberarsi del 22enne, che dopo la rottura di agosto continuava a ricattarla emotivamente, costringendola a vederlo. Ora il ragazzo si trova in Germania, ma domani farà rientro in Italia e sarà sottoposto dal gip all'interrogatorio di garanzia. Tra le questioni che dovrà chiarire c'è quella della premeditazione.
Giulia avrebbe voluto liberarsi di lui e costruirsi una nuova vita. Ad agosto, per via dei suoi comportamenti possessivi (le aveva chiesto di ritardare la laurea e di aspettarlo, affinché potessero raggiungere quel traguardo insieme) lo aveva lasciato. Continuava a vederlo, da amica, solo per non ferirlo.
Sembra che lui, infatti, la ricattasse emotivamente, dicendole che se lei lo avesse abbandonato sarebbe rimasto solo e forse si sarebbe tolto la vita.
raccontava in un audio inviato alle sue amiche appena 39 giorni prima che il ragazzo, dopo averla sequestrata, l'avrebbe uccisa in due atti di "inaudita ferocia", come li ha definiti il gip firmatario dell'ordinanza di custodia cautelare nei suoi confronti. Era alla ricerca di un modo per lasciarlo andare senza che la vicenda finisse male, con il suicidio di lui.
Non poteva sapere che sarebbe finita anche peggio. Secondo un'amica di Filippo il suo era un grido d'aiuto, che ora "porta ad una riflessione": l'importanza di cogliere i messaggi o i segnali che ci arrivano.
Di campanelli d'allarme, se si ragiona a posteriori, ce n'erano stati diversi, anche se in tanti ora parlano di Turetta come di un ragazzo "mite", di un "bravo ragazzo". Stando a quanto ricostruito finora, potrebbe anche aver premeditato il delitto, non solo portando con sé l'arma usata per uccidere, 300 euro in contanti, guanti e una sim prepagata, ma anche effettuando un sopralluogo nei pressi della scena del crimine.
Era il pomeriggio di sabato 11 novembre. Qualche ora dopo il giovane avrebbe colpito con violenza l'ex fidanzata prima a 150 metri dalla sua abitazione, poi nella zona industriale di Fossò, nascondendone il corpo in un canalone nei pressi del lago di Barcis, in provincia di Pordenone, e dandosi alla fuga verso l'estero, in una folle corsa di una settimana.
Sulla possibilità che gli inquirenti decidano di contestargli l'aggravante della premeditazione (che comporta la pena dell'ergastolo) peserà anche il dettaglio dello scotch rinvenuto nella zona in cui avrebbe aggredito Giulia, probabilmente usato per chiuderle la bocca e impedirle di urlare, attirando l'attenzione.
Scotch che, secondo i rilievi effettuati nelle scorse ore, il giovane avrebbe acquistato online qualche giorno prima dell'omicidio. È possibile che avesse già pensato a tutto? È solo uno degli interrogativi che ancora avvolgono il caso e su cui si cercherà di fare chiarezza nel corso dell'interrogatorio di garanzia a cui Turetta sarà sottoposto una volta arrivato in Italia dalla Germania, dove è stato arrestato.
A Venezia sarà trasferito in carcere, dove gli agenti della penitenziaria lo isoleranno e sorveglieranno h24. Il timore è che possa decidere di togliersi la vita. Agli agenti tedeschi ha infatti raccontato di aver vagato per giorni, dopo l'omicidio, con l'intento di uccidersi. Alla fine non ne avrebbe avuto il coraggio. È accusato di omicidio volontario aggravato e sequestro di persona. Ma potrebbe anche essere accusato di occultamento di cadavere.
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