Cos’è il graupel? Nelle scorse ore lungo l’entroterra della riviera adriatica si è verificato una inconsueta precipitazione atmosferica.
Simile per certi versi alla neve e per altri alla grandine, la responsabilità dell’imbiancamento è invece da attribuire al graupel, anche conosciuta come neve tonda.
Questa precipitazione indica spesso il cambiamento delle temperature e si manifesta soprattutto nel passaggio tra l’autunno e l’inverno, ma anche al confine tra la stagione fredda e l’inizio della primavera.
La parola Graupel è di origine tedesca e può essere tradotta in pioggia ghiacciata o leggera grandine. Sebbene sia un fenomeno atmosferico che ricordi sia la pioggia ghiacciata sia la grandine, il Graupel non va confuso né con una né con l’altra.
Si tratta infatti di una precipitazione solida composta da piccoli agglomerati di ghiaccio sia bianco che opaco che scendono da una nube.
In Italia il Graupel è più conosciuto con il termine neve tonda, proprio per la consistenza morbida dell’aggregato ma con una forma a pallina.
La definizione neve tonda riprenderebbe il gergo con cui lo stesso fenomeno è descritto in Francia, ovvero con l’espressione neige roulée.
Altre ricerche invece attribuiscono l’etimologia al dialetto abruzzese. Nella provincia dell’Aquila infatti questa precipitazione atmosferica è chiamata neve tonna.
Per capire cos'è il graupel è bene sapere quando si verifica e quando assume determinate caratteristiche fisiche e geometriche.
Gli agglomerati hanno forma sferica o anche conica. La loro consistenza è morbida, facilmente comprimibile e friabile come la neve. All’impatto al suolo, può accadere che queste palline rimbalzino o si infrangano distruggendosi. Generalmente il loro diametro è di circa 5 mm, ma non è raro che si verifichino di dimensioni inferiori.
La struttura delle palline è costituita da un nucleo centrale ricoperto da particelle acquose ghiacciate. Poiché la composizione non è omogenea, la densità risulta bassa e dell’ordine di 0,8 grammi per centimetro cubo.
Non deve essere confusa con la neve anche per le condizioni climatica in cui si forma. Il graupel infatti si verifica con temperature di poco al di sopra di 0 °C.
Il piccolo intervallo di temperatura entro cui accadono fenomeni di neve, graupel o grandine fa sì che spesso queste precipitazioni si mescolino tra loro. Può pertanto accadere di vedere cadere dalla stessa nube neve mista a graupel.
Il graupel nasce però quando un cristallo di ghiaccio o un piccolo conglomerato omogeneo ghiacciato viene ricoperto da goccioline acquose sopraffuse di nube.
Queste piccole particelle, al solo contatto con la parte ghiacciata, congelano molto rapidamente. Il meccanismo è molto sensibile ed entrano in gioco molte variabili come temperatura, pressione atmosferica e velocità di cambiamento climatico. Tutti questi parametri influenzano così la formazione del graupel ed infatti in natura sono osservabili cristalli non completamente circondati dalle goccioline che generano fiocchi di neve tonda imperfetti.
Il graupel può verificarsi anche quando un fiocco di neve classico attraversa un banco di nebbia sopraffusa. Il cambiamento di umidità e di temperatura muta così la conformazione esterna dell’agglomerato riportando la neve classica alle caratteristiche di neve tonda.
L’esigenza di avere particolari proprietà fisiche e climatiche fa sì che il graupel si verifichi o all’inizio dell’inverno o alla sua fine, vale a dire al passaggio con l’autunno e la primavera.
L’episodio verificatosi nella giornata di ieri, Sabato 25 Novembre 2023, lungo la costa adriatica è poi stato caratterizzato da diversi fattori.
In primo luogo la temperatura al suolo era sufficientemente lontana da quella di formazione della neve classica. Si è infatti registrato un valore di circa 5 °C. Tuttavia ad una quota atmosferica di 1500 metri il dato era di -4°C e ha permesso la cristallizzazione del ghiaccio.
Anche il Mare Adriatico ha influito sulla creazione del fenomeno. Le sue acque sono ancora molto calde per questo periodo dell’anno e hanno così reso maggiormente instabile l’aria.
In ultimo il fenomeno atmosferico è stato favorito dal fatto che l’aria fosse particolarmente secca a causa dell’elevata differenza tra la temperatura dell’aria al suolo e quella del punto di rugiada.