Olanda, terra bruciata intorno a Wilders: nessuno vuole formare una coalizione di governo con l'estrema destra

I liberali rifiutano, pur strizzando l'occhio ad alcuni punti del suo programma, il centrosinistra si tiene alla larga, Omtzigit è tentato ma un passo in avanti sembra un miraggio: Wilders si è reso conto che formare una coalizione di governo è un compito alquanto arduo. Il leader dell'estrema destra olandese non riesce a trovare un accordo con nessuno a causa delle sue posizioni sull'Ue e sull'Islam.

Wilders e la mancata coalizione di governo in Olanda

"Non è stato certamente un inizio da sogno" Wilders prova ad ironizzare di fronte ai giornalisti ma la preoccupazione per la mancata formazione di una coalizione di governo comincia a pesare. Il fondatore del Partito della Libertà ha provato negli scorsi giorni a stabilire un contatto con i liberali che fino a un mese fa erano al Governo ma Yesilgoz ha smentito ogni possibilità di una futura coalizione lasciando però uno spiraglio su alcune future proposte che potrebbero essere avanzate nella Camera bassa, soprattutto quelle sull'immigrazione.

Il centrosinistra si è defilato ancor prima che il leader di estrema destra potesse fare proposte per un'alleanza improbabile. Una mossa che è stata apprezzata dal Pse che ha ricordato, in vista delle Europee, che nessun partito di centrosinistra tenderà la mano alla destra xenofoba.

La battuta d'arresto nelle consultazioni

Una situazione difficile aggravata dalle dimissioni di Gom van Strien. Il senatore del Partito della Libertà ha fatto un passo indietro dopo un'accusa per frode. Lo stesso Van Strien era stato nominato come scout per 'esplorare' le ipotesi di coalizione con Wilders.

Sono dimissioni che pesano perché portano a ulteriori ritardi nei colloqui formali con le altre forze politiche olandesi. La presidente della Camera ha annunciato che presto sarà nominato un altro scout su proposta di Wilders. Contrattempi che ritardano ulteriormente la formazione di una coalizione di governo. Il leader del Partito della Libertà non è il solo ad accusare un problema del genere. In Argentina il neoeletto presidente Milei sta affrontando problemi simili.