La presenza della delegazione russa, guidata dal ministro degli Esteri Serghei Lavrov, al vertice ministeriale dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce): questa la ragione sostanziale che spinge al forfait l'Ucraina e i tre Paesi baltici.
La riunione è in programma a Skopje, nella Macedonia del Nord. La presa di posizione, durissima, arriva prima da Kiev e poi dai ministri degli Esteri di Estonia, Lettonia e Lituania.
Così il ministero di Volodymyr Zelensky nell'annunciare che "la delegazione dell'Ucraina non parteciperà alla riunione dell'Osce".
Dal canto loro, i tre Paesi baltici annunciano in una nota congiunta di condannare "fermamente la decisione di consentire la partecipazione del ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov al Consiglio ministeriale dell'Osce a Skopje". Pertanto, Estonia, Lettonia e Lituania "hanno deciso di non partecipare".
A dare il suo assenso all'adesione di Lavrov era stato il ministero degli Esteri macedone, in quanto la sua presenza "rientra nelle eccezioni all'applicazione del regime di sanzioni dell'Ue nei suoi confronti".
Anche l'Alto rappresentante Josep Borrell ha detto la sua sulla vicenda, annunciando di non voler mancare a Skopje perché "la sedia dell'Ue non può essere vuota all'Osce".
Pur avendo annunciato la propria diserzione, dall'Ucraina si dimostrano in una nota "particolarmente grati alla Macedonia del Nord per aver dato priorità alla questione del contrasto all'aggressione russa contro l'Ucraina nel corso della sua Presidenza".
Kiev sottolinea come "la Federazione Russa esercita pressioni e indebolisce l'Osce attraverso l'abuso della regola del consenso".
Mosca, insomma, si conferma sempre più isolata, anche alla luce della chiusura, da parte della Finlandia, dell'ultimo valico di frontiera con il Paese di Putin.