Il vice ministro degli Esteri di Mosca Alexander Grushko condanna la chiusura da parte della Finlandia dell'ultimo valico ai confini con la Russia.
Una decisione, a detta del braccio destro di Sergei Lavrov, che Mosca considera "irrazionale".
Il commento di Grushko arriva a poche ore dall'annuncio di Helsinki, che ha sancito la chiusura dell'ultimo passaggio rimasto aperto con la Federazione russa nella notte tra mercoledì 29 e giovedì 30 novembre. Il provvedimento resterà in vigore almeno fino al 13 dicembre.
Tutta colpa, a detta della Finlandia, di un afflusso di migranti considerato sospetto. L'ipotesi è che si tratti di un attacco ibrido orchestrato da Mosca.
Dal canto suo, la Russia è pronta a considerare "qualsiasi interferenza straniera volta a provocare conflitti interetnici e interreligiosi nel suo territorio come un'aggressione". Lo ha dichiarato il presidente Vladimir Putin, minacciando che il suo Stato "reagirà di conseguenza".
Il capo del Cremlino è tornato sull'argomento durante una riunione del Consiglio del popolo russo nel mondo. A suo dire, l'Occidente ha l'obiettivo di "smembrare e saccheggiare la Russia".
Putin ha proseguito a ruota libera spiegando che, a detta sua, Mosca starebbe "combattendo per la libertà di tutto il mondo" e ha "sbarrato la strada a coloro che vogliono il dominio mondiale".
La delegazione dello zar porterà le sue argomentazioni all'imminente vertice ministeriale dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce). Alla riunione, alla quale parteciperà una delegazione del ministero degli Esteri di Mosca, hanno annunciato il loro forfait Ucraina, Estonia, Lettonia e Lituania.