Le opposizioni alzano la voce contro il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, con reazioni durissime alla decisione di revocare l'incarico di garante del progetto 'Educare alle relazioni' ad Anna Paola Concia. Un segnale pessimo che, per alcuni, indica l'inadeguatezza dell'esecutivo sul tema della violenza contro le donne.
"Chi è causa del suo mal...", recita un vecchio adagio che appare particolarmente calzante alla giornata del ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.
La sua decisione di rimuovere Anna Paola Concia dall'incarico di garante del progetto 'Educare alle Relazioni' è stata accolta con una prevedibile e comprensibile levata di scudi da parte di molti esponenti delle opposizioni.
Il bersaglio degli attacchi è il ministro ma l'obiettivo sottinteso è, ovviamente, il governo, che ne esce con le ossa rotte. Il progetto fortemente voluto da Valditara doveva essere, infatti, una risposta puntuale alla tragedia dei femminicidi, sull'onda emotiva della morte di Giulia Cecchettin. Ora, però, sono in molti a denunciare la scarsa serietà dell'approccio dell'esecutivo che, anche di fronte a temi simili, cede ad atteggiamenti di natura ideologica e pregiudiziale.
Ecco, dunque, che dal Partito Democratico si fa sentire la responsabile Giustizia Debora Serracchiani, che, in una nota, parla di provvedimento 'ad personam' contro la Concia e di un Valditara "umiliato" dalla sua stessa maggioranza.
Su Twitter, poi, le fa eco la collega di partito Anna Ascani, vicepresidente della Camera dei deputati che, invece, se la prende proprio con l'arrendevolezza del ministro, definendolo una "pessima guida per la scuola italiana".
Solidarietà ad @annapaolaconcia. Un ministro dell’istruzione che non è in grado di tenere fede alle proprie decisioni in un ambito tanto delicato come l’educazione alle relazioni dimostra di essere una pessima guida per la scuola italiana. Purtroppo #Valditara di questo aveva già…
— Anna Ascani (@AnnaAscani) December 9, 2023
Parla di un "brutto segnale di resa" la presidente di Azione Mara Carfagna.
Difendendo le competenze e la preparazione della Concia, che ne facevano una candidata perfetta per il ruolo, la Carfagna denuncia la sconfitta che la decisione di revocarla dal ruolo di garante rappresenta per la lotta alla violenza di genere.
Brutto segnale di resa il dietrofront del ministro #Valditara sulla nomina di Paola #Concia alla guida di ‘Educare alle relazioni’. Vincono estremismi ideologici e polemiche senza senso. Occasione persa per la politica, che mostra ancora una volta il suo volto più conflittuale. pic.twitter.com/ml1im7sNrD
— Mara Carfagna (@mara_carfagna) December 9, 2023
Sempre da Azione, arriva l'attacco di Mariastella Gelmini che se la prende con i partiti al governo, la cui immaturità ha portato a perdere un'occasione preziosa su un tema tanto importante e complesso.
Anche Elena Bonetti, vicecapogruppo di Azione, attacca dal proprio profilo Facebook l'intera maggioranza, definendo quello delle ultime ore un "teatrino disdicevole", invitando Valditara a ripensare la sua decisione.
Si spinge oltre la capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, Luana Zanella, che chiede le dimissioni del ministro "per manifesta incapacità". Dopo aver espresso solidarietà ad Anna Paola Concia, "che continuerà a dare il suo contributo di femminista e formatrice altrove", la Zanella insiste nell'attacco a Valditara.
Infine, anche Riccardo Magi, segretario di +Europa, attacca l'esecutivo in merito al destino infausto dell'iniziativa, finita "in burla" a causa dello "spettacolino triste e squallido di ministri inadeguati".
Un progetto, quello 'Educare alle relazioni', che per Magi ha mostrato fin da subito i problemi di dover bilanciare le anime diverse della maggioranza, facendo i conti con sensibilità che hanno finito, inevitabilmente, con il minarne le fondamenta.