Giorgia Meloni interviene al Senato sul Patto di Stabilità dopo il dibattito in vista del Consiglio Ue: "Le posizioni di partenza sono distanti e penso che quella italiana si debba decidere alla fine. E tuona sul Superbonus: "Il più grande regalo fatto a truffatori e criminali".
La presidente del consiglio Giorgia Meloni ha tenuto un lungo intervento durante le repliche alle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo che si terrà domani e venerdì a Bruxelles. "Penso che qualche spiraglio si veda in questa trattativa che rimane molto complessa, le posizioni di partenza sono distanti e penso che la posizione italiana si debba decidere alla fine". Di fronte alla possibilità di porre il veto sul Patto di stabilità, la premier non ha escluso nessuna delle scelte: "Credo si debba fare una valutazione su ciò che è meglio per l’Italia sapendo che se non si trova un accordo, noi torniamo ai precedenti parametri. Io farò tutto quello che posso per far ragionare i miei omologhi. Quello che stiamo proponendo è utile non solo a noi, ma ad una strategia".
Meloni ha poi tenuto a precisare che "È la Germania di Scholz ad avere la posizione più distante da quella italiana, non l'Ungheria di Orban", aggiungendo che "La politica estera deve saper parlare con tutti ed è quello che cerco di fare io ogni giorno". Inoltre, ha voluto sottolineare quanto i colleghi europei le abbiano riconosciuto il suo ruolo in politica estera: "Hai riportato l'Italia al centro", le avrebbero detto.
Intervenendo poi sulla manovra economica, la premier è tornata a parlare di Superbonus. Già in passato, aveva duramente condannato il provvedimento voluto dal M5S ai tempi del governo Conte. "Il Superbonus pesa come un macigno su nostri conti e sottrae 20 miliardi di euro l’anno" ha ricordato Meloni affermando poi che sia stato "il più grande regalo fatto a truffatori e organizzazioni criminali, ha lasciato le aziende e le famiglie perbene in un mare di guai". Adesso, il governo è al lavoro per tentare di sanare la rovinosa situazione creata dalla sua introduzione.
Sul Mes, Meloni ha poi tenuto a precisare che l'accordo è stato siglato "il giorno dopo le dimissioni del governo Conte, quando era in carica solo per gli affari correnti". Dopo aver mostrato alle opposizioni il fax inviato all’allora rappresentante Massari da Luigi Di Maio in cui lo autorizzava a siglare il Mes, la premier ha precisato "Questo foglio dimostra la scarsa serietà di un governo che prima di fare gli scatoloni lasciava questo pacco al governo successivo». Meloni ha inoltre ribadito che il governo pentastellato ha dato l’assenso alla riforma del Mes "contro il parere del Parlamento, senza dirlo agli italiani, senza metterci la faccia, e con il favore delle tenebre".