La cefalea cronica ha assunto un ruolo centrale con il riconoscimento come malattia sociale attraverso la Legge n. 81 del 2020. Questo importante passo avanti offre un nuovo quadro di supporto per i milioni di persone, prevalentemente donne, che soffrono di questa patologia debilitante. Andiamo quindi a vedere qual è, se sussiste, il rapporto tra Legge 104 e cefalea o emicrania.
La Conferenza Stato Regioni ha recentemente esaminato un decreto che dà attuazione alla legge. Il documento prevede l'assegnazione di 10 milioni di euro per gli anni 2023 e 2024, destinati allo sviluppo di progetti regionali. Le risorse destinate ai progetti regionali sono state ripartite sulla base della popolazione residente, con un piano di finanziamento equo tra le diverse regioni italiane. Ogni regione, compresa la Sicilia con un finanziamento integrativo specifico, riceverà una quota per sviluppare progetti mirati alla cura e al supporto delle persone affette da cefalea cronica.
I progetti regionali, con una durata biennale (2023 e 2024), dovranno essere approvati dalle Giunte regionali e presentati al ministero della Salute. Al termine del periodo di sperimentazione, le regioni dovranno redigere una relazione finale sui risultati ottenuti, che verrà valutata dal ministero.
Questi progetti mirano a sperimentare metodi innovativi di assistenza per chi soffre di cefalea primaria cronica. Tuttavia, la condizione è questa patologia sia diagnosticata da almeno un anno, attraverso una diagnosi eseguita da uno specialista del settore presso un centro accreditato e che siano certificati gli effetti invalidanti della stessa.
La legge 104/92, applicabile ai soggetti con cefalea cronica, riconosce la gravità di questa patologia e le sue implicazioni sul piano sociale e lavorativo. Per accedere ai benefici, è fondamentale la presentazione di tutta la documentazione medica necessaria a supportare il caso.
Infatti, la Legge 104/92 rappresenta un punto di riferimento per coloro che soffrono di cefalea cronica, offrendo benefici sotto forma di permessi mensili retribuiti e riconoscimento di handicap grave. Sebbene l'accesso a questi benefici non sia sempre immediato, rappresenta una risorsa preziosa per chi soffre di emicrania.
Per accedere ai benefici della Legge 104, è necessaria una valutazione medico-legale e medico-sociale. Una commissione composta da esperti esamina i documenti medici e le informazioni del paziente per determinare il grado di disabilità e l'idoneità ai benefici previsti dalla legge.
L'emicrania cronica incide fortemente sulla produttività lavorativa, causando una perdita annua tra 1222 € e 1524 € a persona, secondo una ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità. Questa condizione non è riconosciuta dalla legge 104 in Italia. I lavoratori spesso evitano assenze nonostante attacchi invalidanti, riducendo la loro produttività. L'emicrania, percepita esternamente come invisibile, rende difficile agli altri comprendere la sua gravità.
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Questa patologia, riconosciuta come malattia sociale, comporta spesso una perdita di produttività e un aumento dell'assenteismo. Tuttavia, l'ottenimento del riconoscimento di invalidità ai fini della Legge 104 rimane complesso, lasciando molti lavoratori senza il supporto necessario.
Infatti, l'emicrania, che altro non è che un tipo di cefalea, per figurare come patologia invalidante riconosciuta dall’Inps e consentire l’accesso ai benefici della Legge 104, deve ottenere delle certificazioni che attestino l’effetto invalidante, esattamente come abbiamo riportato fin qui per la cefalea.
Il processo per richiedere l'assegno di invalidità civile e i permessi secondo la Legge 104/92 si basa in particolar modo sul tipo di patologia invalidante – se riconosciuta o meno – e sulla documentazione da presentare. I pazienti devono presentare la documentazione medica all'Inps e attendere la valutazione di una commissione per determinare la percentuale di invalidità.
Infatti, a Legge 104/92 stabilisce diverse percentuali di invalidità, che determinano l'accesso ai vari benefici. Solo coloro che raggiungono una percentuale di invalidità superiore al 74% possono accedere all'assegno di invalidità civile.