Media Freedom Act, siglato l'accordo definitivo tra il Parlamento Ue e gli Stati membri sulla libertà e la trasparenza dei media. I Paesi firmatari dovranno garantire la pluralità dei media e proteggerne l'indipendenza da interferenze governative, politiche, economiche o private.
Dopo più di 10 ore di negoziato, si è finalmente raggiunto un compromesso sul testo della prima legge Ue sulla libertà e la trasparenza dei media. La norma, approvata con 448 voti a favore, 102 contrari e 75 astensioni, sarà adottata ufficialmente entro la primavera del 2024. Il testo conclusivo non contiene la tanto osteggiata clausola che avrebbe reso legittimo lo spionaggio delle attività giornalistiche facendo appello alla salvaguardia nazionale.
Negli incontri precedenti, la posizione del governo italiano era stata molto netta. Il nostro esecutivo infatti si era dichiarato apertamente contrario all'abolizione della clausola sulla salvaguardia nazionale e pronto a votare contro l'intero provvedimento nel caso fosse stata invece cancellata. Una posizione caldeggiata anche da altri governi, in primis da quello della Francia, seguito da Finlandia, Cipro, Svezia, Malta e Grecia. Nel corso delle ultime ore, l'estrema difesa della clausola ha perso forza, a vantaggio di un accordo largamente condiviso.
L'accordo è stato raggiunto con la convinzione che una nuova era stia iniziando in materia di libertà dell'informazione. Tra le principali misure previste dal testo approvato oggi ci sono quelle volte a combattere l’interferenza politica nelle decisioni editoriali per i fornitori di media, sia privati che pubblici, a favore del pluralismo dell'informazione e della libertà di espressione. Tutte norme volte a contrastare la politicizzazione dei media, la mancanza di trasparenza nella proprietà e nell’assegnazione dei fondi pubblicitari statali ai fornitori dei servizi editoriali.
Le nuove regole obbligano quindi tutti i media, anche le microimprese, a pubblicare informazioni sul loro assetto proprietario e a mantenere assoluta trasparenza sui fondi che ricevono attraverso la pubblicità statale o il sostegno pubblico, sia che si tratti di fondi provenienti da Paesi dell'Ue che da Paesi terzi. Inoltre, dovrà essere messo a punto un meccanismo per la rimozione dei contenuti, operando una distinzione tra i media indipendenti e le fonti non indipendenti.