La Corte d'Assise del Tribunale di La Spezia ha condannato all'ergastolo Daniele Bedini, il 32enne di Carrara ritenuto colpevole di aver ucciso due donne a Marinella di Sarzana. I fatti risalgono al giugno del 2022. Secondo la pubblica accusa, l'ex falegname agì "spietatamente".
Nell'emanare la sentenza, ieri, 18 dicembre, i giudici della Corte d'Assise di La Spezia hanno accolto le richieste del pm Monica Burani, che aveva definito gli omicidi commessi da Daniele Bedini "spietati, che non ammettono alcuna attenuante".
In effetti l'uomo, 32 anni, è stato condannato all'ergastolo. Stando a quanto ricostruito nel corso delle indagini, nel giugno del 2022 uccise due donne, due prostitute, a Sarzana. La prima si chiamava Nevila Pjetri, aveva 35 anni e come Bedini risiedeva a Carrara.
Il 5 giugno fu freddata con un colpo di pistola alla tempia. Poi il suo corpo venne nascosto lungo il torrente Parmignola, a poca distanza da dove, più tardi, il killer avrebbe mietuto la sua seconda vittima, la parrucchiera transessuale Camilla Bertolotti, di 43 anni, anch'essa uccisa con un colpo di pistola alla testa.
Dopo il ritrovamento dei loro cadaveri le indagini erano partite serratissime. Ad incastrare Bedini erano state le tracce di sangue rinvenute sul suo furgone da lavoro - quello usato durante gli omicidi - e alcuni filmati registrati dalle videocamere di sorveglianza installate tra Sarzana e Carrara, che l'avrebbero ripreso nel momento in cui avvicinò le vittime e poi quando, tornato a casa, si svestì e, munitosi di una tanica di alcol, salì sul mezzo, probabilmente per ripulirlo.
L'arma del delitto, una calibro 22, non è mai stata ritrovata. Ma sembra che una pistola dello stesso tipo fosse stata da poco sottratta al padre del ragazzo, che aveva sporto denuncia. L'ipotesi è che sia stato Bedini a prenderla, per poi usarla nel corso degli omicidi.
Il 7 giugno del 2022, due giorni dopo i fatti, il 32enne fu arrestato e trasferito in carcere. Attualmente si trova nella struttura di Novara, ma ha trascorso dei periodi di detenzione anche a La Spezia e Cuneo, cercando di evadere.
Ieri in aula il pm aveva chiesto che fosse condannato all'ergastolo - e non a trent'anni di carcere, come si era ipotizzato all'inizio - perché, secondo lei, avrebbe agito per motivi economici, cioè per rapinare le sue vittime, con tutte le aggravanti del caso.
Una versione dei fatti accolta dai giudici, che gli hanno anche riconosciuto diciotto mesi di isolamento diurno. Durante la lettura della sentenza Bedini era stato riportato in carcere, come da sua richiesta. Forse aveva intuito che la Corte non aveva creduto alla sua manifestazione di innocenza.
Nel corso dell'ultima udienza aveva infatti provato a dimostrare che il furgone bianco ripreso dalle telecamere non fosse il suo, ma di un suo amico, un certo Alex, un pusher. Oltre a scontare la sua pena, dovrà ora versare anche una provvisionale complessiva di 260mila euro ai familiari delle vittime costituitisi parte civile al processo.
Bedini è salito spesso alla ribalta delle cronache con lo pseudonimo di "killer delle prostitute", come è accaduto di recente anche nel caso di Giandavide De Pau, sospettato di aver ucciso a coltellate tre donne, due cinesi e una colombiana, che si prostituivano nel quartiere Prati, a Roma.
Era il novembre del 2022. Di recente il perito che ha visitato l'uomo ha stabilito che, non presentando disturbi psichiatrici, potrà andare in carcere. Le indagini sono alle battute finali. Poi il pm competente chiederà per lui il rinvio a giudizio.