Quanti sono gli Houthi dello Yemen? Sono un gruppo armato di matrice prevalentemente sciita zaydita da tempo attivo nel paese della penisola araba.
Gli Houthi da un decennio costituiscono la più importante forza istituzionale. Hanno infatti ottenuto il potere della capitale Sana’a, oltre alla Banca Centrale e tutti i ministeri.
Sono definiti ribelli in quanto la loro azione è sostenuta dall’Iran che fornisce loro armi e mezzi militari.
Sebbene la forza armata sia attiva da oltre un decennio, nelle ultime ore è tornata ribalta mediatica per le pesanti minacce espresse e la netta posizione che la forza armata adotterà in merito al conflitto israelopalestinese.
Il porta voce del gruppo, Mohammed Abdul Salam, ha infatti tuonato che è loro intenzione operare attacchi militari ogni 12 ore alle navi che attraverseranno il Mar Rosso.
L’obiettivo di questa offensiva via mare è mettere pressione sullo Stato di Israele al fine di allentare l’aggressione e l’assedio alla Striscia di Gaza. Gli Houthi infatti attaccheranno esclusivamente le navi trasportanti rifornimenti armati, energetici o alimentari destinate ad Israele.
Il Pentagono ha subito commentato la notizia affermando che si tratta di una minaccia concreta a tutto il commercio internazionale che limita senza precedenti tutte le regole di libero mercato globale.
Non ci sono dati ufficiali circa la potenza militare disponibile in mano agli Houthi. Le stime attestano che il gruppo armato possa essere composto da una cifra compresa tra le 100.000 e 120.000 unità. Tale dato comprenderebbe non solo i miliziani ma anche ogni componente di intelligence e di attività non armata.
Stando a queste informazioni, il gruppo avrebbe perciò decuplicato il numero di soldati dal 2009.
La pericolosità del movimento armato è aumentata dal sostegno non ufficiale da parte dell’Iran, con l’invio di armamenti e strumenti militari per sostenere l’iniziativa contro Israele.
Gran parte dell’equipaggiamento sarebbe infatti contrabbandato dai confini di Teheran. Armi e strumenti militari arriverebbero anche disassemblati per essere montati solo una volta giunti nello Yemen.
Tra essi ci sarebbero anche proiettili balistici ovvero con tecnologia avanzata in grado di schivare eventuali controffensive. Il sostegno di una potenza militare altamente sofisticata come quella iraniana ha permesso la trasformazione dei sistemi già in possesso nello Yemen.
Gli Houthi infatti potevano contare solo su dispositivi contraerei di concezione sovietica. Sebbene fossero adatti sia per azioni via terra che via mare oggi risultavano decisamente obsoleti.
Il gruppo armato avrebbe in dotazione anche diversi droni con cui sferrare attacchi a distanza. La tecnica via mare invece si serve di barchini radiocomandati equipaggiati con cariche esplosive che possono pertanto abbattere gli obiettivi navali.
Il movimento Houthi nacque nel 1992 con intento sociale e scolastico. Il suo nome si deve poi alla famiglia a cui appartiene il suo fondatore. Non è chiaro se si tratti però di Muḥammad al-Ḥūthī o di suo fratello Ḥusayn al-Ḥūthī.
Il movimento non aveva inizialmente pretese militari e si faceva chiamare "Gioventù credente". Perseguiva concetti religiosi e si prefiggeva di promuovere la rinascita zaydita con l’istituzione di circoli scolastici.
La svolta arrivò invece nel 2003, quando l’Iraq invase il loro territorio e il gruppo iniziò una lotta anti-israeliana e anti-statunitense. Le minacce dirette all’allora governo in carica nello Yemen portarono all’arresto di Ḥusayn al-Ḥūthī e alla sua morte nel 2004 dopo una successiva rivolta.
Il turbolento periodo dal 2010 al 2014 portò poi ad un’escalation nei confronti del governo con gli Houthi che acquisirono il controllo della capitale dello Yemen comprendendo tutte le strutture governative. Si arrivò al colpo di stato del Gennaio del 2015 con l’assalto al Palazzo del presidente.
Si ritenne che alcuni stati occidentali e l’Arabia Saudita appoggiassero i rivali filo-governativi mentre gli Houthi iniziarono a godere dell’appoggio dell’Iran. La guerra civile causò oltre 100 mila vittime.