Improvvisamente solo all'interno del suo stesso partito. Non era probabilmente così che Giancarlo Giorgetti si immaginava di uscire dalla delicatissima questione del Mes, con la mancata ratifica del Meccanismo Europeo di Stabilità che lo vede isolato nella Lega. Mentre lui si dice favorevole all'approvazione, alcuni esponenti di peso del partito replicano sottolineando la validità della decisione presa.
"Non penso a dimettermi".
Sgombra subito il campo dall'ipotesi da qualche ora sulla bocca di tutti il ministro dell'Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti. Del resto, la mancata ratifica del Mes decisa alla Camera dalle forze di maggioranza, rappresenta per alcuni quasi un voto di sfiducia nei confronti del ministro dell'Economia e delle Finanze.
Una percezione forse condivisa dallo stesso Giorgetti, a giudicare da come percorre le strade dei 'palazzi' della politica romana, con passo svelto e nervoso, per evitare di soffermarsi troppo a rispondere alle ovvie domande dei cronisti, tra cui gli inviati di TAG24 Michele Lilla e Lorenzo Brancati.
A loro, Giorgetti dice chiaramente quale fosse la sua posizione sul Mes, decisamente contraria a quella uscita dalla votazione di ieri.
A poco servono le frasi sulla manovra e la sua approvazione - "Presto ci sarà la nuova legge di bilancio come l'ha concepita il governo" - usate dal ministro per dare l'idea di una maggioranza e un governo compatti sugli obiettivi da raggiungere.
Quanto Giorgetti sia isolato emerge chiaramente dalle dichiarazioni rilasciate da altri esponenti del suo partito, nelle quali la mancata ratifica viene rivendicata con orgoglio, a prescindere dalla posizione e dalle ragioni del ministro.
E così Giulia Bongiorno, senatrice della Lega, sottolinea la coerenza del suo partito espressa dal Parlamento.
Parla addirittura di "giorno importante per la democrazia" il deputato leghista Claudio Borghi, a proposito del voto di ieri sul Mes.
Borghi non cita neanche Giorgetti ma appare evidente come la sua visione dello 'stare in Europa' sia diversa da quella del ministro dell'Economia.
Il deputato conclude esprimendo tutto il suo orgoglio per la manovra finanziaria, approvata oggi in Senato.
Come Giorgetti, taglia corto e prova ad aggirare i cronisti anche Claudio Durigon, deputato della Lega.
Al pari dei suoi colleghi, ribadisce la coerenza del suo partito nel voto di ieri per la ratifica del Mes.
Ma poi, di fronte all'insistenza dei giornalisti che gli chiedono se quella sul 'no' al Mes non sia stata un'accelerazione fin troppo repentina, Durigon è secco: