Con l’inizio del nuovo anno 2024 i contribuenti, i titolari di P.IVA e le imprese sono chiamati a far fronte alle numerose scadenze fiscali previste per il mese di gennaio.
Con il nuovo scadenziario fiscale si punta a semplificare le oltre 1500 scadenze previste: dagli adempimenti periodici Irpef e Inps fino al versamento degli acconti IVA. Scopriamo in questa guida quali sono le scadenze fiscali da segnare sul calendario del mese di gennaio 2024.
Per il corrente mese di gennaio 2024 i contribuenti devono fare i conti con gli adempimenti tributari e con i contributi previdenziali.
I datori di lavoro devono provvedere al regolare versamento della quarta rata dei contributi per colf e badanti.
Entro il 16 gennaio 2024 i titolari di Partita IVA con ricavi inferiori ai 170.000 euro devono provvedere al versamento del secondo acconto Irpef relativo all’anno 2023. È prevista anche la rateizzazione dal mese di gennaio al mese di giugno: spalmare il pagamento in cinque rate mensili prevede l’applicazione degli interessi al 4% annuo. La misura non riguarda i contributi previdenziali Inps.
Sempre entro il 16 gennaio scadono i termini previsti per gli adempimenti relativi al versamento delle ritenute Irpef, dei contributi Inps e dell’Iva. In caso di importi dovuti inferiori a 100 euro è stata introdotta la possibilità di cumulo dei pagamenti per le ritenute Irpef dei lavoratori autonomi titolari di Partita IVA e per le liquidazioni IVA (mensili e trimestrali).
Gli operatori intracomunitari, con obbligo mensile e trimestrale, devono inviare telematicamente gli elenchi riepilogativi delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizi verso i soggetti comunitari. Gli operatori intracomunitari devono aver svolto operazioni per un importo superiore ai 50.000 euro.
Entro il 26 gennaio 2024 è necessario regolarizzare l’omesso versamento dell’acconto IVA. Il termine è scaduto il 27 dicembre, ma è possibile pagare in ritardo accedendo al ravvedimento operoso breve.
Entro il 31 gennaio 2024 è necessario presentare la richiesta di esenzione dal pagamento del canone RAI. Tale richiesta può essere presentata dai cittadini che non possiedono un televisore e sono titolari di un contratto di fornitura energia elettrica per la propria abitazione.