Perché il Sudafrica ha denunciato Israele al Tribunale dell’Aja? Nella giornata di ieri, giovedì 11 gennaio 2024, si è svolta la prima udienza davanti alla Corte internazionale di giustizia (Cig) dell'Aja che vede Israele accusata di genocidio del popolo palestinese.
La denuncia è stata presentata dallo stato del Sudafrica che ha aggiunto di essere in possesso di prove inconfutabili degli orribili crimini commessi contro l’umanità.
Il paese africano ha presentato al presidente della corte, lo statunitense Joan E. Donoghue, e al suo vice, il russo Kirill Gevorgian documenti di testo, video, immagini e altri file che attestano le azioni di Israele. Particolare attenzione è stata posta al duro contrattacco inflitto ad Hamas lo scorso 7 ottobre.
A detta dell’accusa, tali avvenimenti violerebbero palesemente la Convenzione per la Prevenzione e la Repressione del Delitto di Genocidio del 9 dicembre 1948, ratificata all’indomani dei crimini compiuti dalla Germania nazista.
In sintesi, il Sudafrica reputa le azioni di Israele non dissimili dal genocidio messo in atto dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale.
Lo Stato del Sudafrica ha innanzitutto richiesto alla Corte internazionale di giustizia di emettere un’ordinanza di cessazione delle uccisioni e dei gravi danni fisici e mentali ai palestinesi di Gaza. Il provvedimento dovrebbe poi permettere il libero accesso agli aiuti umanitari all’interno delle zone colpite.
Se la Corte internazionale di giustizia dovesse accettare le richieste del Sudafrica ogni ordinanza emessa diventerà sì preliminare ma legalmente vincolante.
La denuncia da parte dello Stato africano è sostenuta dai devastanti numeri che descrivono il conflitto tra Israele e Hamas. Al 9 gennaio 2024, gli attacchi armati dei militari israeliano hanno causato 23mila decessi nella popolazione palestinese. Di questi, quasi 10mila sarebbero bambini e ragazzini.
La richiesta presentata alla CIG è stata accompagnata dal commento di Ronald Lamola, il ministro della Giustizia del Sudafrica. Il politico ha infatti affermato che la violenza messa in campo da Israele non può essere in alcun modo giustificata.
Con questo messaggio dunque si condanna fermamente anche le azioni di Hamas del 7 ottobre 2023, con la popolazione civile presa di mira e rapita con la forza. Entrambi gli attacchi violano la convenzione contro il genocidio, sia sul piano della moralità che della legge.
Oltretutto, il ministro sudafricano ha sottolineato come i conflitti armati non siano partiti lo scorso ottobre, ma che le violenze contro il popolo palestinese sono perpetrate da 76 anni, vale a dire dall’istituzione dello Stato di Israele avvenuta nel 1948.
Secondo quanto descritto dal diritto internazionale, le azioni di Israele sarebbero fuori da ogni limite e di conseguenza Gaza è considerata sotto occupazione armata.
Più nello specifico, i legali sudafricani hanno contestato la violazione dell’articolo n. 2 della già citata convenzione.
Questo articolo infatti definisce che un genocidio è considerato tale quando si verifica l’uccisione di membri del gruppo, o lesioni fisiche o mentali di queste persone, o l’instaurazione di condizioni di vite mirate alla distruzione fisica di un popolo, oppure ancora il trasferimento forzato di individui minorenni o in condizione di fragilità.
Oltretutto le azioni devono avere palesemente l’intenzione di distruggere un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso.
Nelle 84 pagine di documentazione presentata all'Aja, l’accusa ha evidenziato come la popolazione palestinese a Gaza venga uccisa dalle armi e dalle bombe israeliane provenienti dall'aria, dalla terra e dal mare. Israele è responsabile anche delle morti causate per fame e malattia, oltre alla distruzione delle città e ad ostacolare gli aiuti umanitari.
Con queste accuse, Israele avrebbe commesso deliberatamente reato di genocidio e incitato in modo diretto e pubblico a commettere uccisioni.