Giovanni Di Presa, professore alla scuola media Paolo Soprani di Castelfidardo, in provincia di Ancona, è stato scagionato dalle accuse di molestie e maltrattamenti nei confronti di tre studentesse della sua classe. A deciderlo la Corte d'appello di Ancona perché "il fatto non sussiste". L'insegnante sarebbe stato vittima di un complotto ordito da tre alunne della classe dopo che l'insegnante aveva requisito il cellulare a una di loro durante una supplenza.
Finisce con un'assoluzione piena l'incubo di Giovanni Di Presa, 64enne di origini calabresi fisioterapista con abilitazione all’insegnamento e residente a Castelfidardo, in provincia di Ancona. L'iter giudiziario si è infatti concluso con una vittoria in appello per le accuse di maltrattamenti all'alunna disabile che aveva in carico, seguita a una precedente assoluzione nella causa per molestie sessuali nei confronti di due alunne della stessa classe.
I fatti che gli venivano contestati erano riferiti all’anno accademico 2017-2018. I giudici hanno evidenziato come Di Presa sia stato "vittima di un complotto" ordito tra tre alunne della classe dopo che il professore aveva requisito un cellulare a una di loro. Una vendetta che lo ha costretto a una sospensione dal servizio e a un iter giudiziario difficili da sopportare. "A
ccuse infamanti che mi hanno isolato dal resto della società" ha dichiarato Di Presa, aggiungendo che al momento sta verificando con i suoi legali la possibilità di chiedere un risarcimento. Un caso analogo di assoluzione è avvenuto a Frosinone all'incirca un anno fa.
Le indagini hanno ricostruito le vicende interne alla classe. Durante una supplenza, Di Presta requisì il cellulare, scatenando le ire delle ragazzine, che si coalizzarono contro di lui. Due allieve lo accusarono di molestie sessuali, dichiarando che il professore avrebbe effettuato alcune carezze considerate sessualmente esplicite. L'alunna disabile di cui si occupava, poi, affermò che l'insegnante di sostegno l'avrebbe schiaffeggiata e tirato i capelli.
La corte ha stabilito che le accusatrici avrebbero inventato le accuse in oggetto o enfatizzato "fatti veri ma minimali". Grande soddisfazione è stata espressa dall'indagato, anche se il rammarico per quanto accaduto è davvero grande. Nei sei anni che ci sono voluti perché l'iter giudiziario si concludesse con la doppia assoluzione dalle accuse di molestie e di maltrattamenti, Di Presa è rimasto in un limbo con un marchio pesantissimo sulla reputazione di insegnante. "Non sarà facile tornare ad essere quello che ero" ha dichiarato commentando la sentenza.