17 Jan, 2024 - 11:42

È vero che la solitudine riduce l'aspettativa di vita e aumenta il rischio di morte prematura?

È vero che la solitudine riduce l'aspettativa di vita e aumenta il rischio di morte prematura?

La solitudine, intesa come isolamento sociale, può davvero influenzare l'aspettativa di vita e aumentare il rischio di morte prematura?

Numerosi studi hanno esplorato il profondo impatto delle relazioni sociali sulla salute mentale e fisica. Scopri il collegamento tra solitudine e salute nell'articolo.

La solitudine riduce l'aspettativa di vita, è vero? E in che modo?

Secondo alcune recenti rivelazioni, la solitudine aumenta il rischio di morte prematura del 50% nelle persone sopra i 45 anni e uccide almeno tante persone quanto l’obesità.

Per arrivare a questa sorprendente conclusione, i ricercatori hanno combinato 2 riassunti di studi, presentati da Julianne Holt-Lunstad, professoressa di psicologia alla Brigham Young University nello Utah (Stati Uniti), prima del convegno annuale dell'American Psychological Association, a Washington.

La prima sintesi riunisce 148 studi che hanno coinvolto 300.000 persone. Questa ricerca ha rivelato che una vita sociale ricca ridurrebbe del 50% il rischio di morte prematura.

La seconda sintesi riunisce 70 indagini effettuate su 3,4 milioni di persone in Europa, Asia, Australia e Stati Uniti, e ha dimostrato che l’isolamento uccide almeno quanto l’obesità.

Uno studio americano dell'aprile 2016, a sua volta, dimostrò anche il legame tra solitudine e rischio di ictus, angina o infarto.

Inoltre una persona single tenderà a fumare di più, fare spuntini e fare meno attività fisica, questo aumenterà colesterolo e rischio di diabete.

La solitudine è molto diffusa nei paesi ricchi e sviluppati

Se il fenomeno dell’isolamento è presente in tutti i paesi del mondo, sembrerebbe colpire maggiormente i più i paesi ricchi.

Infatti, oltre allo sgretolamento del legame intergenerazionale più presente nei paesi ricchi, il calo del numero dei matrimoni e l’esplosione del numero dei divorzi, o addirittura l’aumento della speranza di vita, sono tutti fattori che favoriscono l’aumento della quota di persone che vivono sole.

L'Italia non sta messa affatto bene da questo punto di vista. Secondo una recente indagine dell'Eurostat, il 12-13% degli italiani, dai 16 anni in su, avrebbe dichiarato di non aver nessuno con cui parlare dei propri problemi. Una percentuale che nel resto d'Europa si ferma al 6%.

Inoltre il 55% degli italiani afferma di non avere amici, secondo l'Istat. L’incrocio con dati sulla situazione economica mostra una correlazione tra persone benestanti e ricche e livelli più alti di solitudine.

E con l’invecchiamento della popolazione, l'isolamento sociale non potrà che peggiorare.

Le malattie che derivano dalla solitudine

I ricercatori ritengono che l'isolamento sociale, vale a dire il fatto di non avere contatti sociali nella propria vita quotidiana, e la solitudine che ne deriva, promuovono il rischio di malattie cardiovascolari, malattie infettive, accelerano il deterioramento delle funzioni cognitive.

Se ci si isola regolarmente, si inizia a soffrire di disturbi del sonno, gli ormoni dello stress aumentano, il sistema immunitario si deteriora, e si apre la porta alle malattie.

Due ragioni principali spiegano l’impatto della solitudine sul nostro stato di salute: in primo luogo, le relazioni sociali svolgono un ruolo tampone in caso di un duro colpo come un lutto o una brutta notizia. Quindi le persone che beneficiano di una rete sociale hanno abitudini di vita migliori.

Purtroppo, siamo certi che il numero delle persone colpite dall’isolamento sociale e dalla solitudine aumenterà nei prossimi anni. Ciò è già visibile negli Stati Uniti dove un quarto della popolazione vive da sola.

Gli esperti ritengono che sia una questione di educazione. Già a scuola ai bambini deve essere insegnato ad avere relazioni sociali con gli altri. Anche i medici possono svolgere un ruolo cruciale in questo senso, discutendo questo problema con i loro pazienti, incoraggiandoli ad entrare in contatto con gli altri.

Inoltre dovrebbero essere sempre maggiori gli spazi sociali condivisi per le persone anziane, in pensione, che incoraggino l’interazione, come centri ricreativi o giardini comunitari.

In conclusione, le relazioni sociali giocano un ruolo fondamentale nell'aumentare l'aspettativa di vita. La connessione umana fornisce sostegno emotivo, riduce lo stress e promuove uno stile di vita più sano.

Interagire con gli altri contribuisce al benessere mentale, stimola la mente e favorisce comportamenti positivi. Il supporto sociale è spesso associato a una maggiore resilienza contro le sfide della vita, il che può tradursi in una vita più appagante e duratura.

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Immacolata Duni
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